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Cortina boccia di nuovo la parità tra uomini e donne

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

ROMA - Le donne di Cortina D'Ampezzo non ce l'hanno fatta neppure questa volta. Nell'assemblea delle Regole le comunità che gestiscono le proprietà collettive di pascoli e boschi nella valle veneta hanno bocciato la proposta di cambiamento delle norme per garantire la parità tra uomini e donne. Delle undici Regole (ciascuna gestisce una parte del territori della valle) tre non avevano proposto alcuna modifica al "Laudo", lo statuto interno che disciplina i diritti collettivi per la gestione del territorio.L'organizzazione delle Regole prevede infatti che "le terre non possono essere vendute, né sono soggette a mutamenti di destinazione: è un patrimonio naturale, culturale ed economico da trasmettere ai figli dove uso conservativo e produttivo coincidono". E per "figli" si intende, letteralmente, soltanto i figli maschi.Il voto ha lasciato intatto il privilegio di un fratello maschio di togliere alla sorella che nasce in una delle famiglie originarie di Cortina ogni diritto alla successione. Il carattere conservatore delle Regole è stato ribadito anche dal voto contrario a mutare la norma per cui i figli maschi non possono comunque esercitare alcun diritto fino alla morte del capofamiglia, legge che di fatto rende privo di ogni potere decisionale anche il figlio maschio, indipendentemente dall'età, fino alla morte del padre.In alcune Regole la proposta di emancipazione di donne e giovani è stata bocciata per due voti soltanto, con l'appoggio al cambiamento che ha ricevuto il 65 per cento complessivo dei consensi. La regola di Lareto ha votato con 115 sì contro 60 no (il quorum era a 117 voti), a Pocol 91 sì contro 48 no (quorum a 93). Al voto, che si svolge a scrutinio segreto, hanno partecipato anche alcune donne, perché la successione può passare a loro soltanto in caso non ci sia più alcun maschio in discendenza.La battaglia delle donne ampezzane non riguarda soltanto i diritti di proprietà delle terre. Se, infatti, in passato i privilegi maschili riguardavano le attività agricole, pastorali e boschive, oppure il voto, attivo e passivo, per assumere incarichi nella Regola, oggi ci sono aspetti sono più concreti legati alla vita in generale. Poiché l'istituto regoliero è riconosciuto dal diritto dello Stato italiano attraverso specifiche leggi (dal 1990 le Regole gestiscono anche il Parco Naturale delle Dolomiti d'Ampezzo) in base al "Laudo" soltanto i figli maschi hanno potuto accedere, ad esempio, all'assegnazione di appartamenti realizzati dalle Regole in edifici di loro proprietà, per frenare l'emigrazione dal paese.Da qualche tempo le donne di Cortina hanno iniziato una battaglia per ottenere la parità all'interno delle Regole. L'anno scorso c'era già stato un voto in proposito e l'assemblea aveva detto sì alle nuove proposte con 416 voti su 650, ma per passare la mozione aveva bisogno di una maggioranza di due terzi, cioè 434 favorevoli. Dopo la bocciatura, le "regoliere" avevano protestato indossando il velo integrale per denunciare le discriminazioni e un regolamento che definiscono "da Medioevo".
Argomenti:
emancipazione femminile
Diritti delle donne
cortina d'ampezzo
Regole ampezzane
Parco naturale delle Dolomiti d'Ampezzo
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