Il legame tra il caso Britney Spears e i diritti riproduttivi femminili
Britney Spears non può decidere del suo utero. Già, tra tutti gli abusi che sono emersi dopo la sua ultima agghiacciante testimonianza in tribunale, questo forse è quello che lascia più sconvolti: "Mi è stato detto che in questo momento non sono in grado di sposarmi o di avere un bambino", ha raccontato la pop star spiegando che i tutori le impediscono di rimuovere la spirale intrauterina perché vogliono che utilizzi un contraccettivo. Britney Spears è finalmente riuscita a parlare e, davanti al racconto della sua vita sotto stretto controllo del padre, è impossibile rimanere indifferenti. Le è stata tolta la patente, le viene impedito di vedere i figli e il fidanzato quanto vorrebbe, è stata costretta a esibirsi senza però poter decidere di propri soldi, le sono stati dati farmaci contro la sua volontà e le sono negati i diritti riproduttivi. Il punto, però, è che la storia di Britney è la storia di moltissime donne: i diritti riproduttivi femminili vengono da sempre negati come strumento di controllo sulle donne. È anche per questo che la sua storia fa così male.
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"La sterilizzazione forzata, sia temporanea attraverso l'uso di contraccettivi a lunga durata, sia permanente attraverso la chiusura delle tube e l'isterectomia, è in realtà abbastanza comune negli Stati Uniti, certamente per la comunità delle persone con disabilità", spiega a Harper's Bazaar Melissa Murray, professoressa di diritto alla New York University. Non si tratta solo di episodi legati al passato, ma di un fenomeno a cui le donne più vulnerabili sono tuttora esposte: nel settembre 2020, ad esempio, è emerso come in un centro di detenzione della contea di Irwin in Georgia le donne immigrate in modo irregolare venivano sterilizzati con la forza. Sembra che le isterectomie forzate venissero eseguite non solo senza consenso informato, ma spesso senza nemmeno il tentativo di consenso, data la barriera linguistica che esisteva tra le persone detenute e il personale medico. "Puoi davvero tracciare una sorta di cronologia dolorosa in questo Paese su come la riproduzione è stata ostacolata a danno di popolazioni e di persone che erano ritenute indegne di diventare genitori o indegne di procreazione", ha spiegato Kimberly Mutcherson, co-rettrice e professoressa di diritto alla Rutgers Law School, "E quindi, in questo senso, quello che sta succedendo con Britney Spears, francamente, non è così scioccante. Perché è qualcosa che la legge negli Stati Uniti, in vari modi, ha consentito per secoli".
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Gli Stati Uniti hanno infatti una lunga dolorosa storia di sterilizzazioni forzate su basi razziste e classiste e la stessa sperimentazione della pillola anticoncezionale è avvenuta a danno delle donne povere nere e ispaniche. A Porto Rico già dalla fine dell'800 il governo coloniale sosteneva le teorie legate al cosiddetto neo-malthusianesimo, ossia la convinzione che la povertà derivasse dalla sovrappopolazione delle persone povere e fosse dunque opportuno arginarla tramite il controllo forzato delle nascite. Un discorso simile vale per le donne con disabilità tanto che in una sentenza del 1927 (la Buck v. Bell, superata solo nel 1945), la Corte Suprema aveva stabilito che fosse costituzionale per lo stato della Virginia sterilizzare con la forza una "donna debole" per il miglioramento del "benessere della società". Dopo la testimonianza di Britney è emerso come il problema sia tuttora abbastanza comune per le donne sotto tutela per ragioni di salute mentale e come risulti relativamente facile per i tutori obbligarle a fare uso di anticoncezionali. "Ci sono sicuramente alcuni tutori che sono davvero spaventati dal concetto che le persone con disabilità abbiano autonomia, inclusa la scelta con chi vogliono essere coinvolti romanticamente e sessualmente" ha spiegato infatti Tom Stenson, vicedirettore legale di Disability Rights Oregon.
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"È un modo in cui la legge continua a regolare il tipo di scelte che le donne possono fare su come vivere le loro vite" sostiene Mutcherson e in effetti basta guardare alle continue proposte di legge contro l'aborto per averne conferma: le donne devono ancora battersi per poter decidere del proprio corpo. "Britney Spears è una donna famosa, bianca, con soldi e un certo livello di privilegio che ne deriva, ed è ancora invischiata e vittima di misoginia", ha spiegato ad Harper's Bazaar Leah Goodridge, avvocata specializzata in giustizia sociale, "Quindi la conclusione è: 'Riesci a immaginare cosa voglia dire per le donne nere, per le donne di colore, per le donne che stanno affrontando dinamiche simili, ma non hanno lo stesso privilegio?'".
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