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Gli ultimi 20, la loro voce sui grandi temi globali: il summit itinerante per riconsiderare il ruolo politico dei 20 Paesi più poveri del pianeta

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

ROMA - Mentre l’Italia ospita e presiede gli incontri fra i rappresentanti dei 20 Paesi più potenti e che rappresentano quasi il 90% del PIL del pianeta, il Comitato The Last 20  ha deciso di riunire i rappresentanti dei “L20”, i venti Paesi del pianeta che si collocano agli ultimi gradini dei principali indicatori socio-economici e ambientali. Sono:  Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea Bissau, Libano, Liberia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan e Yemen. Un summit dal basso, dunque, per far emergere la voce di questi popoli, che non sono gli ultimi per ragioni intrinseche e predeterminate, ma per l’impoverimento causato principalmente da fattori esterni: guerre, mutamento climatico e strapotere delle multinazionali, che affamano i produttori locali sfruttando al limite le risorse umane e ambientali.

Si parte dagli ultimi.The Last 20 inizia anche geograficamente dal Sud, il 22 luglio a Reggio Calabria, con tre giorni di incontri che verteranno sul tema dell’immigrazione. Come ha spiegato all’incontro di stamattina Tonino Perna - vicesindaco di Reggio Calabria e coordinatore del Comitato - si è scelto di partire proprio dall’ultima regione d’Italia in quanto “modello in miniatura” di alcune dinamiche che colpiscono il Sud del mondo, e perché particolarmente sensibile verso i più deboli, come dimostra l’esperienza di Riace. Il programma prevede ospiti autorevoli, giornalisti, studiosi, politici, sindaci, attivisti, sindacalisti, rifugiati, rappresentanti della Federazione delle Diaspore Africane per portare testimonianze, illustrare modelli di accoglienza funzionali, incentivare la cooperazione internazionale e i corridoi umanitari.

Un ponte-simbolo in ricordo di Luca Attanasio. Il via a The Last 20 avverrà con l'intitolazione del ponte sul waterfront all’Ambasciatore italiano Luca Attanasio vittima, assieme alla sua scorta, di un agguato mortale nei pressi di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, il 22 febbraio scorso. Il padre del diplomatico ha ricordato nell’incontro, nel corso di un webinar di stamattina, l’entusiasmo coinvolgente del figlio, promotore di un nuovo modello della diplomazia italiana, aperta all’ascolto e capace di creare ponti di aggregazione, di cultura e fratellanza. Anche il suo sguardo partiva dal basso: assieme alla moglie, Zakia Seddiki, aveva fondato nel 2017 l’Associazione benefica Mama Sofia, a favore delle donne e dei minori in strada, insistendo molto, per lo sviluppo del Paese, sulla necessità di investire sulla cultura, l’istruzione e la formazione professionale dei giovani.

Le cinque tappe tematiche in tutto il Paese. Gli incontri del Comitato The Last 20 (il programma qui in dettagliato) avranno come focus cinque temi cruciali: il cambiamento climatico e i suoi effetti, in particolare sull’Africa sub-sahariana; l’emergenza sanitaria, ulteriormente inasprita dalla pandemia; l’impoverimento e la risposta dei soggetti sociali; l’ immigrazione e la necessità di potenziare i corridoi umanitari per favorire l’accoglienza e l’intercultura; infine il tentativo, ambizioso, di stilare un documento condiviso rivolto alla comunità internazionale: la richiesta non è solo quella di venire in aiuto a queste popolazioni e tutelare il loro ambiente, ma di riconsiderare radicalmente il loro ruolo politico nella scena internazionale. Non è infatti in alcun modo possibile far fronte ai problemi sollevati dai vertici del G20 senza un radicale riequilibrio territoriale, sociale, ambientale ed economico che coinvolga e tenga conto del reddito, della qualità della vita e delle condizioni socio-sanitarie degli ultimi venti Paesi sulla terra.

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