In Guatemala, questa ragazza ha salvato le spose bambine e favorito la messa al bando dei matrimoni forzati
I matrimoni forzati di bambine e ragazze sono una piaga sociale che affligge molti paesi del mondo, tra cui il Guatemala. La giovane guatemalteca Joseline Velásquez Morales rappresenta una leader e un punto di riferimento nel suo paese per quanto riguarda la salvaguardia dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne, delle ragazze e delle bambine.
In Guatemala, Joseline, in qualità di coordinatrice delle politiche nazionali presso la succitata Ong, insieme ai suoi colleghi, hanno raggiunto oltre 13.000 giovani donne, a cui hanno offerto corsi di formazione sulla salute sessuale e riproduttiva, e hanno sostenuto con successo una serie di leggi volte a difendere i diritti delle bambine e delle ragazze. Joseline ha cercato con ogni mezzo e risorsa a sua disposizione di tutelare le tante bambine il cui destino, secondo alcune norme sociali tradizionali ancora radicate, legittimate da forze politiche conservatrici e patriarcali, non è quello di istruirsi e trovare un proprio percorso autonomo di vita (anche lavorativa), ma di rimanere ancorate al lavoro di cura della prole e ai doveri familiari.
Joseline — che viveva in un quartiere povero di Ciudad de Guatemala — sin da bambina si era accorta che le amiche con cui giocava a scuola o in strada all’improvviso sparivano; in certi casi, le vedeva riapparire a distanza di mesi, con un figlio a carico e un matrimonio forzato, che serviva a difendere “l’onore della famiglia”.
Joseline aveva solo 12 anni, ma già si rendeva conto che se cose del genere succedevano nella capitale del Guatemala, la situazione nelle zone rurali non poteva che essere peggiore. In Guatemala, il tasso di matrimoni precoci e di unioni precoci aumenta sensibilmente nelle comunità Maya, che costituiscono circa il 40% della popolazione del paese.
Per questo Joseline iniziò a partecipare ai corsi organizzati da alcune Ong, proprio per venire a conoscenza dei suoi diritti in tema di salute riproduttiva, molestie sessuali, violenza domestica, matrimoni precoci, ma soprattutto per rivendicarli e pretenderne la tutela governativa e statale.
Grazie all’appoggio e ai sacrifici dei suoi genitori, ha ricevuto un’adeguata istruzione, a diplomarsi e a studiare giornalismo all’università. Dopo la laurea, Joseline ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla lotta contro le diseguaglianze di genere, i matrimoni precoci e le gravidanze delle adolescenti, in un paese dove circa il 30% delle ragazze si sposa (forzatamente) prima di compiere 18 anni.
Ragazze, a volte bambine, d’un tratto smettono di giocare, di studiare, ma soprattutto di sognare. Nei laboratori organizzati nelle scuole, Joseline era sconvolta dal fatto che erano molto poche le bambine che sognavano di diventare scienziata o astronauta, ben consapevole tuttavia che la povertà talvolta ti priva di sogni e speranze. Il compito di Joseline è di incoraggiare le giovani a reagire e a iniziare una lotta in difesa dei propri diritti, della propria dignità e, di conseguenza, del proprio futuro.
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