Per la prima volta le donne saudite possono fale le guardie della Mecca
FAYEZ NURELDINEGetty Images
Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman sembra avere un piano, e lo sta portando avanti a piccoli passi, cosciente delle resistenze che uno dei paesi più conservatori al mondo, com'è il suo, potrebbe opporgli. Bin Salman non vuole compiere una rivoluzione, ma ci sono svariati motivi per credere abbia l'obiettivo di spostarsi, senza spaventare le frange dell'Islam più conservatore che sono ancora con tutta probabilità la maggioranza in Arabia Saudita, verso un modello statale leggermente più progressista. Siamo lontanissimi da quelli che per larga parte dell'Occidente sono i temi cardine in fatto di diritti civili (la comunità LGBTQI+, per esempio, è ancora invisibile qui), ma sul fronte dell'emancipazione femminile qualche cosa si sta muovendo. Lo scorso anno, per esempio, sono state inaugurate due nuove Università per sole donne specializzate nelle nuove tecnologie, ma c'è stata soprattutto un’importante revisione delle leggi personali islamiche in vigore, con l'abolizione il delitto d'onore e imposto pene più severe in caso di molestie e violenza domestica. Insomma, il principe ha promosso riforme sociali ed economiche come parte dei piani per modernizzare il regno musulmano conservatore e attirare investimenti stranieri , il tutto nell'ambito di una campagna di diversificazione. Questo piano, noto come Vision 2030, ha fatto sì che fosse revocato il divieto di circolazione alle donne, ha permesso alle donne adulte di viaggiare senza il permesso dei tutori e ha concesso loro un maggiore controllo sulle questioni familiari. E il cambiamento va avanti: quest'anno, infatti, per la prima volta, le donne hanno potuto partecipare all’hajj, il tradizionale pellegrinaggio alla Mecca, senza un tutore. L’Arabia Saudita ha reso noto solo lo scorso mese la decisione del ministero dell’hajj, che ha ufficialmente permesso alle donne di tutte le età di partire senza un parente maschio, il mahram, a condizione che ci vadano, comunque, in gruppo. E ancora: da aprile decine di soldatesse sono entrate a far parte dei servizi di sicurezza che sorvegliano i pellegrini alla Mecca e a Medina, luoghi di nascita dell'Islam.
Samar, una soldatessa che vigila i pellegrini vicino alla Kaaba, una struttura a forma di cubo che i musulmani credono sia stata costruita da Abraham, ha detto a Reuters di essere stata incoraggiata dalla sua famiglia ad arruolarsi nell'esercito, dopo gli studi di psicologia: "Questo è un grande traguardo per noi ed è il più grande orgoglio essere al servizio della religione, del Paese e degli ospiti di Dio, i più misericordiosi". Anche Mona ha deciso di arruolarsi nell'esercito e nel primo gruppo di donne soldato saudite a lavorare nei luoghi più sacri dell'Islam, dove stanno aiutando a garantire il pellegrinaggio annuale dell'haj, molto limitato a causa della pandemia. Mona, figlia di un soldato, ha detto sempre a Reuters di star "seguendo i passi del mio defunto padre per completare il suo viaggio, in piedi qui alla Grande moschea della Mecca, il luogo più sacro. Servire i fedeli è un compito molto nobile e onorevole". Su Twitter l'arrivo delle soldatesse-guardiane è piaciuto moltissimo: centinaia di utenti lo hanno definito un passo fondamentale verso l'emancipazione delle donne saudite. "Per prima volta nella storia della Mecca una guardia saudita donna svolge il proprio servizio durante l'#Hajj #WomenEmpowerment", ha scritto un utente di Twitter. "In ritardo ma mai troppo tardi", uno dei commenti più condivisi.
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Sulla sua pagina Twitter, anche il ministero della difesa saudita ha condiviso due foto delle prime guardie di sicurezza donna Hajj e Umrah del Regno mentre erano in servizio nella Grande Moschea, regolando la presenza di fedeli e pellegrini, e assicurandosi, al contempo, l'applicazione di tutte le misure precauzionali pandemiche. Nelle foto, le guardie femminili indossano l'uniforme ufficiale e una didascalia recita: “Dal campo. Le guardie giurate di Hajj e Umrah”. A inizio febbraio, il Ministero della Difesa saudita aveva annunciato che uomini e donne nel Regno potevano, da quel momento in poi, fare domanda per intraprendere una carriera militare. Oggi, dunque, le donne possono essere reclutate come soldati, caporali, caporali, sergenti e sergenti di stato maggiore.
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