"Stai zitta, sei un donna", in Europa ancora troppi misogini e violenti
Da non credere, siamo nel 2021, nella civilizzata Europa, ed ancora una donna su dieci viene violentata o forzata ad un atto sessuale, e sette donne muoiono ogni giorno per mano dei loro attuali o ex partner. L’unico Paese che si toglie da questa triste statistica è la Svezia che ha una legislazione che pensa prima di tutto alla prevenzione: si chiama NAP – National action plan – una strategia per prevenire e combattere la violenza sulle donne.
Non solo parole ma un sistema di monitoraggio, di controllo ed intervento tempestivo dove la situazione lo richieda; significa leggi , misure, iniziative ed informazione capillare perché si possa dimenticare che ci sono Paesi primi di una qualsiasi legislazione a riguardo, in cui il 50% delle donne pensa sia giusto essere picchiata dal proprio marito, al contrario si arriva al 25% nei Paesi dove una normativa esiste: già qualcosa.
Ricordiamo che questa legislazione combatte ogni tipo di violenza, dal traffico umano allo sfruttamento della prostituzione, per passare a quelle più difficili da smascherare perché catalogate come violenze domestiche. La Svezia, ad esempio, è stato il primo Paese europeo dove la prostituzione viene ritenuta come “una forma di violenza nei confronti delle donne e un ostacolo al raggiungimento dell’equità di genere”.
E in Italia come funziona?
Dovessimo fare un elenco di ambiti in cui le donne sono discriminate nel nostro Paese sarebbe una lunghissima lista. Volendo prendere in considerazione solamente i fenomeni di violenza che la segnano quotidianamente – dati Istat alla mano – ” Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa delle violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione.Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro.Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento e la minaccia o l’uso di armi. Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti)”.
La pandemia ha peggiorato la situazione
Se guardiamo al periodo storico, la crisi economica non ci ha fatto bene, anzi, e la pandemia ha peggiorato pure la situazione perché si sono create delle condizioni in cui la violenza domestica è aumentata, così come la prostituzione e gli stupri.
Teniamo poi conto del fatto che i servizi di assistenza, poco presenti per mancanza di adeguati finanziamenti, hanno lasciato le donne in uno stato di vulnerabilità ancor più feroce.
E la violenza è solo uno degli ambiti in cui i diritti della donna sono stati dimenticati, ognuno dei quali è infinitamente importante e deve essere preso in seria considerazione affinché ogni donna possa arrivare al più presto a non aver più paura, almeno in casa propria.