A Roma compare una speciale linea Fuxia dell'Atac: è un omaggio al femminismo, ma arriva l'accusa di #pinkwashing
Il biglietto è gratuito per le donne e il percorso mira a far conoscere i luoghi che a Roma si occupano di cultura di genere e contro la violenza. Dal 27 luglio, nella Capitale italiana nasce 8M Linea Fuxia. Vediamo come funziona.
La nuova linea, per ora in via sperimentale, sarà in servizio per una settimana -a partire dal 27 luglio- 24 ore su 24, con corse implementate durante la notte per garantire, nelle ore più delicate della mobilità femminile, un servizio sicuro anche a quei target di clientela considerata“a rischio”.
“L’obiettivo dell’iniziativa- scrive Atac in una nota stampa- è dare una risposta tangibile alle richieste della città, riconoscendo il valore di spazi fondamentali per Roma, luoghi uniti da una stessa visione e oggi anche, simbolicamente e concretamente, collegati da una nuova linea”.
Ogni spazio pubblicitario presente sui mezzi della Linea Fuxia sarà dedicato ai centri antiviolenza, al riconoscimento e al contrasto della violenza di genere in ogni sua forma.
“Questo servizio si aggiunge ai tanti che abbiamo in animo di fare nei prossimi mesi per garantire alle donne il libero accesso agli spazi che le difendono, le proteggono e le accolgono. Sono luoghi fondamentali che intendiamo mettere a valore con tutti i mezzi a disposizione dell’azienda. Perché il futuro è donna”, dicono ancora dal sistema trasporti di Roma.
Ma la notizia di questo bus non è propria piaciuta a chi da anni si batte contro la violenza di genere e per i diritti delle donne. La Casa internazionale delle Donne, sulla propria pagina Facebook, fa un post ironico:
Ben più tagliente il commento della casa delle donne autogestita Lucha y Siesta che scrivono:
“In tantə ci chiedono cosa ne pensiamo. Non lo sappiamo con esattezza. Incredulità. Sgomento. Disgusto. Oppure è un ridicolo tentativo di riconoscimento delle esperienze cittadine? Per ora predominano rabbia e indignazione, in questi giorni così difficili e complicati, a pochi giorni dalla terza asta di vendita dell’immobile in cui si trova Lucha y Siesta”.
E continuano:
“L’Atac che oggi parla di linea fuxia è infatti la stessa società di proprietà del Comune di Roma che ha inserito l’immobile in cui, da 13 anni, vive la complessa esperienza di Lucha y Siesta nel piano di concordato preventivo come fosse un oggetto vuoto, immobile che il 5 agosto sarà battuto all’asta per la terza volta. In questi lunghi anni di battaglie, Atac e Comune di Roma hanno saputo solo ingaggiare una guerra violenta contro Lucha y Siesta in nome di principi come legalità e decoro, svuotati di significato e mal posizionati nell’ordine delle priorità collettive. E noi da anni lo ribadiamo: la criminalizzazione di spazi come LyS -imprescindibili per assumere collettivamente la consapevolezza che la violenza di genere è un problema strutturale e sistemico che ci riguarda tuttз – è la risposta intimidatoria e autoritaria di istituzioni carenti e spaventate dall’enorme produzione di pensiero e di battaglie politiche che lì dentro prende vita.
Per questo non abbiamo bisogno di operazioni di pinkwashing ma di politiche attive e strutturali, abbiamo bisogno della vitalità e della longevità di esperienze come Lucha y Siesta. È urgente e necessario, e non più procrastinabile, che l’amministrazione capitolina assuma che non possono essere i soldi di privati speculatori (che vorrebbero realizzare appartamenti di lusso) a sanare una goccia dell’enorme debito accumulato da Atac, che si fermi ogni criminalizzazione delle attiviste, che si fermi la follia della roulette delle aste continue e che Lucha y Siesta sia riconosciuta come bene comune inalienabile, patrimonio della comunità cittadina tutta”.
Fonte: Atac Roma
Leggi anche: