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Primo d’agosto all’insegna della parità

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Nell’intervento per i festeggiamenti bellinzonesi del Primo di Agosto di Marina Carobbio, consigliera agli Stati, non poteva mancare un accenno ai giochi olimpici di Tokyo e le congratulazioni ai ticinesi Noè Ponti e ad Ajla del Ponte e a tutti gli atleti svizzeri “per le bellissime emozioni regalate finora”. Ma a Monte Carasso la consigliera agli Stati si è concentrata sul 50esimo anniversario dall’ottenimento del diritto di voto alle donne. “Non si tratta di una ricorrenza unicamente da ‘festeggiare’; essa rappresenta anche un richiamo a riflettere sul passato, sul presente e sul futuro della Svizzera”, ha ricordato la prima consigliera agli stati donna che il Ticino abbia eletto a Berna. “La Svizzera ha un ritardo di 53 anni rispetto alla Germania, di 52 rispetto all’Austria, 27 alla Francia e 26 all’Italia, tutti paesi a noi confinanti”. “Per giungere al riconoscimento di questi diritti sono stati necessari oltre cento anni di azioni politiche, rivendicazioni e lavoro intellettuale”, ha aggiunto rammentando che non è stato in seguito agli sconvolgimenti di una guerra o di una crisi politica che alle donne svizzere sono stati concessi i diritti politici, “bensì essi sono stati conquistati grazie al costante impegno di generazioni di donne e uomini solidali con la causa della parità”.

Proprio oggi sul praticello del Grütli, nella cosiddetta culla della Confederazione elvetica, i tradizionali festeggiamenti del 1. Agosto sono stati dedicati alle donne. ‘Seicento donne provenienti da tutta la Svizzera si sono perciò riunite in uno dei luoghi simboli dei miti di fondazione del nostro Paese: simboli e storie che però hanno dato ben poco spazio al lavoro e all’impegno delle donne”, ha commentato Marina Carobbio che fa ricordato due appuntamenti clou di quest’anno di giubileo: la proiezione sulle facciate di Palazzo federale dal 6 al 13 agosto, a cura dell’associazione Omaggio 2021, della lunga storia delle donne svizzere sulla via del suffragio femminile e la sessione delle donne. Quest’ultima si terrà a fine ottobre e vedrà la partecipazione di duecento donne di tuto il Paese riunite a Palazzo federale a discutere di parità di genere in tutti gli ambiti politici. A Monte Carasso, inoltre, allo Spazio Reale la stessa associazione Omaggio 2021 ha organizzato una mostra di ritratti. ‘50 fotografe* che immortalano 50 cittadine*’, il titolo del progetto. 

Marina Carobbio ha quindi salutato positivamente l’iniziativa della Città di Bellinzona di dedicare, nel corso del 2019, due vie a due donne: Lucia Buonvicini, partigiana durante la seconda guerra mondiale e Ada Martinoli, municipale di Giubiasco. “Un mondo per riconoscere l’operato delle donne e ispirare, tramite la riscoperta della loro storia, le donne e gli uomini che le percorrono”. 

La parità, ha proseguito la consigliera agli Stati, è anche salariale, pensionistica e sociale. “Chiediamo risposte serie ed efficaci ai troppi femminicidi e misure contro la violenza di genere, valorizzando il lavoro di cura o rompendo il soffitto di cristallo nelle imprese e nei luoghi di potere”. 

Il 2021 è stato anche il secondo anno della pandemia di coronavirus. Evento, ha ricordato Carobbio, che ci sta insegnando come la solidarietà e il rispetto reciproco siano fondamentali per superare le sfide del presente e del futuro. “Una società forte lo è se tutti i suoi membri si sostengono e anche i più deboli non sono dimenticati”.

All’insegna della parità di genere anche il discorso di Nina Buffi, imprenditrice nel settore delle biotecnologie che ha parlato della sua personale esperienza di svizzera all’estero e della sua visione di patria come “luogo in cui ci sentiamo sicuri”. “Un luogo che chiamiamo casa e che può coincidere con dei confini geografici, può essere ovunque siano le persone che amiamo, possono essere delle idee o delle convinzioni. Insomma, benché il concetto di patria sia un concetto intimo e diverso per ognuno di noi, sono convinta che tutti abbiamo bisogno di una terra, più o meno metaforica, sotto i piedi”. 

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