Veuve Clicquot sostiene l’imprenditoria femminile con il programma «Bold»
Quella di Veuve Clicquot è una storia di imprenditoria femminile in cui la tenacia si intreccia con l’intuito. Qualità che non mancavano a Madame Clicquot, che, rimasta vedova a 27 anni, nel 1805 prese le redini della maison de champagne fondata a Reims nel 1772 dalla famiglia del defunto marito. Con visione e inventiva, questa businesswoman ante litteram creò il primo champagne vintage registrato (1810) e il primo champagne rosé miscelato (1818). Oggi, la champagne house di proprietà di Lvmh celebra concretamente questa eredità imprenditoriale con il programma «Bold by Veuve Clicquot», che, appena riformulato, punterà a creare più inclusione, impatto e visibilità internazionale nel mondo dell’imprenditoria femminile.
E proprio nell’ambito del programma «Bold», la maison, che nel 1972 lanciò il Veuve Clicquot business woman award, che da allora ha premiato 350 donne da 27 Paesi, ha realizzato un sondaggio internazionale, che, per il secondo anno, vuole offrire lo stato dell’arte dell’entrepreneurship femminile. Per il 2021, i risultati sono stati presentati durante l'evento «Les rencontres audacieuses» alla Cité audacieuse, uno spazio a Parigi dedicato ai diritti delle donne. Condotto in 17 Paesi, il survey ha permesso di identificare i pregiudizi, le barriere strutturali e mentali che ancora pesano sull’iniziativa imprenditoriale rosa, l’impatto della crisi sanitaria da Covid-19, ma anche le potenziali soluzioni per superare questi impasse.
I risultati più interessanti provengono dall’ambito della crisi innescata dalla pandemia. Se da un lato questa ha spesso rallentato l'avanzamento di carriera delle donne, essa sembra aver fornito anche un trampolino di lancio per molte di loro. Nel 2021, il 38% delle donne francesi ha espresso aspirazioni imprenditoriali, in aumento di 10 punti rispetto al sondaggio del 2019. Circa il 53% delle imprenditrici intervistate ha detto di sentirsi più sicura e determinata rispetto a prima della crisi e il 33% crede che la crisi abbia permesso di perseguire nuove opportunità. Una tendenza confermata nei risultati di 11 dei 17 Paesi coperti. L'imprenditorialità è diventata un obiettivo professionale concreto per le donne, che lo motivano con maggiori possibilità di guadagno (30%), maggiore riconoscimento sociale (27%), purpose (22%) e ambizione di essere il capo di se stesse (16%).
Il logo del programma «Bold by Veuve Clicquot» (courtesy, Veuve Clicquot)
Intanto, persistono barriere mentali e strutturali da superare. Il 57% delle intervistate continua a credere che sia più difficile per una donna diventare imprenditrice che per un uomo, e la maggioranza delle donne nei Paesi coperti sente il percorso imprenditoriale come un ostacolo a una vita familiare equilibrata. Nonostante non manchino esempi virtuosi, nel mondo come in Italia, dall’inchiesta emerge la necessità di incrementare la fiducia delle donne nella loro capacità di intraprendere questo tipo di carriera. Il sondaggio di Veuve Clicquot suggerisce a tal proposito di stabilire meccanismi di networking e mentoring, per rispondere alle aspettative del 67% delle intervistate, che credono che avere un mentore sia essenziale per il successo. L'indagine ha anche sottolineato l'importanza dei modelli di ruolo: anche se il 92% delle wantrapreneurs dice che le imprenditrici sono fonte di ispirazione, solo il 17% è stato in grado di citarne una per nome. (riproduzione riservata)