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Dagli Usa all'Italia, fino ai vertici del Vaticano: sul Fatto i documenti esclusivi di Wikileaks sui finanziatori occulti dell'estremismo cattolico

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Arrivano al momento giusto. Mentre in Italia e in paesi come l’Ungheria sono in corso guerre politiche e di religione sui diritti della comunità Lgbtqi. Oltre 17mila documenti appena rivelati da WikiLeaks in esclusiva con Il Fatto Quotidiano, con i giornali spagnolo e tedesco Publico e Taz e con il magazine messicano Contralinea permettono di aprire uno squarcio nelle dinamiche interne dell’organizzazione cattolica spagnola ultraconservatrice Hazte Oir e del suo braccio internazionale, CitizenGO, in prima linea contro la comunità Lgbtqi, contro eutanasia, aborto, diritti delle donne.

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Hazte Oir e CitizenGO sono parte della coalizione di associazioni che organizzano quel Congresso Mondiale delle Famiglie (World Congress of Families), che nel 2019 si è tenuto a Verona e ha visto la partecipazione di Matteo Salvini. E sono un vivaio di candidati per l’ultradestra spagnola che è il partito Vox. I file permettono di documentare in modo dettagliato e nel corso di oltre un decennio la relazioni di Hazte Oir con tutta una rete ben nota, che va dalle organizzazioni della destra cattolica e cristiana degli Stati Uniti fino agli ultraconservatori russi, come Konstantin Malofeev e Alexey Komov.

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L’importanza di questi documenti è anche dovuta al fatto che permettono di ricostruire la rete di donatori, dagli Stati Uniti alla Spagna all’Italia, e i rapporti con le più alte sfere del Vaticano e del mondo cattolico che conta. Infine, nel database ci sono file sulla famigerata organizzazione cattolica segreta El Yunque. Il Fatto Quotidianopubblicherà domani l’inchiesta completa basata sui documenti.

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“Mentre negli ultimi anni i gruppi di ultradestra si sono rafforzati, con attacchi crescenti ai diritti delle donne e della comunità Lgbt, è importante avere accesso ai documenti su coloro che hanno fatto lobbying a favore di essi a livello globale. L’opinione pubblica ha il diritto di sapere da dove hanno origine le scelte politiche”, dichiara al Fatto Quotidiano il giornalista investigativo islandese Kristinn Hrafnsson, direttore di WikiLeaks.

L’organizzazione è tornata a pubblicare nonostante il fondatore, Julian Assange, rimanga nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh a Londra. Si trova lì dall’aprile del 2019, in attesa che le autorità britanniche decidano se estradarlo negli Stati Uniti, dove rischia 175 anni di prigione per aver pubblicato i documenti segreti del governo americano che hanno permesso di rivelare crimini di guerra e torture. Nel gennaio scorso, il giudice inglese Vanessa Baraitser ha negato l’estradizione solo ed esclusivamente sulla base delle sue gravi condizioni di salute mentale. Ma gli Stati Uniti hanno presentato appello e la prossima settimana si terrà la prima udienza. La vita e la libertà di Julian Assange rimangono appese a un filo.

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