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A Montecitorio, inaugurati i due nuovi busti di Salvatore Morelli e Anna Maria Mozzoni, femministi nell'800

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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Due nuovi busti, quelli di Salvatore Morelli e Anna Maria Mozzoni personaggi fondamentali per la questione femminile nell'800 e nel secolo successivo, arricchono ora la Sala delle donne di Palazzo Montecitorio.

Sono stati inaugurati il 3 maggio nel corso di un evento al quale ha partecipato anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini. Nell'incontro dal titolo "A Montecitorio due nuovi busti: Salvatore Morelli e Anna Maria Mozzoni, femministi nell'800 - E i femministi di oggi? "trasmesso in diretta dalla web tv,  moderato da Giorgio Zanchini è intervenuta in qualità di relatrice, al tavolo con Livia Turco,  la professoressa saluzzese Maria Grazia Colombari autrice del  saggio "Salvatore Morelli, il deputato delle donne" in corso di stampa e che ha la prefazione di Nichi Vendola.

"Un uomo che finisce nella Sala delle donne - ha evidenziato Laura Boldrini - perchè un uomo di grande visione a cui noi dobbiamo molto". Fu deputato del Regno italiano nella X e nella XII legislatura ed autore di una proposta di legge per l'abolizione della schiavitù domestica e per l'estensione alle donne dei diritti civili e politici, a cominciare dal diritto al voto. "Tutto questo impegno in favore delle questioni di genere gli costò "la fossa politica" il dileggio dei colleghi e l'appellativo di "deputato delle donne", ritratto dalla satira del tempo con le vesti  femminili, perchè immaginava una società in cui le donne potevano avere diritto ad esprimere loro opinione."

Anna Maria Mozzoni, una donna straordinaria: "Una conferenziera instancabile che  correva in lungo e in largo per cercare  di suscitare l'entusiasmo delle donne affinchè reclamassero i loro diritti. Queste sono le donne di cui abbiamo bisogno! - ha sottolineato con entusiasmo la Presidente della Camera. Anche lei si batté moltissimo per il voto alla popolazione femminile e sul tema presentò la prima petizione in Parlamento nel 1877. Giornalista, attivista dei diritti civili, è forse la figura più importante della vita politica italiana e internazionale fra otto e novecento. Intuì con molto anticipo i grandi nodi che la donne italiane dovettero affrontare per vedere riconosciuti i più elementari diritti umani.

Sulle due figure l'approfondimento di Maria Grazia Colombari, già docente alle Superiori di Saluzzo, autrice di testi sulla condizione femminile, che si è soffermata in particolare sul pensiero di Morelli: "All'epoca avveniristico, se si pensa ( tra le altre) alla sua proposta del un nuovo diritto di famiglia con cento anni di anticipo e a quella di dare il cognome della madre al figlio, spesso illegittimo, in un'epoca in cui la violenza sul genere femminile era all'ordine del giorno,  tra le mura domestiche e fuori. Propose anche l''abolizione della legge salica affinchè  le donne Savoia potessero salire al potere. Fece 17 proposte di legge, durante le sue Legislature sempre pensando alla condizione femminile, ma molte di esse non arrivarono neanche alla lettura. Deriso e incompreso, riuscì però a togliere un pezzettino del "soffitto di  cristallo" e nel 1877 il Parlamento italiano approvò il suo progetto di legge, "legge Morelli" che riconosceva alle  donne il diritto di essere testimoni in Tribunale."

L'insegnante ha "incontrato" metaforicamente Morelli, personaggio poco conosciuto, quando stava scrivendo il libro "Non c'era una volta la donna ...Dal codice Pisanelli al Regime fascista” (ed. Robin),  un saggio che parla dei diritti delle donne, delle loro lotte, delle loro conquiste.

"La sua figura mi ha commosso, oltre a destare in me una profonda ammirazione, per il suo impegno e la rettitudine. Un santo laico. La Presidente della Camera con l'inaugurazione dei due busti, ha fatto un'opera molto importante che dà ai due personaggi un posto giusto nella storia e un riconoscimento che all'epoca non ebbero in Italia, seppur stimati dagli intellettuali d'Europa."

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