Afghanistan, tutti i diritti negati alle donne
I talebani avevano promesso un governo più “morbido” rispetto al loro primo periodo al potere dal 1996 al 2001, quando le libertà delle donne in Afghanistan erano state drasticamente ridotte. Ma nei fatti ogni giorno porta una nuova restrizione e le donne non ci stanno. Prima in timidi gruppi di meno di una decina, poi sempre più numerose decidono di scendere in strada e difendere i diritti conquistati negli ultimi vent'anni. Diritti che via via vengono negati dallo studio allo sport.
Un anno accademico con nuove regole
Lunedì scorso in Afghanistan è iniziato il nuovo anno accademico. Un inizio in sordina con le università di Kabul, Kandahar e Herat semi-vuote e professori e studenti che cercano di fare i conti con le nuove regole imposte dal regime talebano. Rispetto a 20 anni fa, la novità per le donne è che possono accedere all’istruzione superiore e possono frequentare università private, ma devono attenersi a dure restrizioni sul loro abbigliamento e e sui loro movimenti.Le donne, infatti, possono frequentare le lezioni solo se indossano un abaya, un’ampia tunica, e un niqab, un velo sul viso con una piccola finestra per vedere attraverso, e sono separate dagli uomini. Le indicazioni sono state diffuse a tutte le scuole domenica scorsa con un documento scritto dall'autorità per l'educazione del governo talebano.
Nei migliori dei casi le aule sono state divise con una tenda: da una parte gli uomini e dall'altra le donne, come testimoniano le foto diffuse su Facebook da un dipartimento di economia e management dell'università di Kabul. Ma solo se ci sono meno di 15 studenti in classe. Nella maggior parte delle scuole le ragazze sono state segregate in alcuni ambienti e anche nei campus sono state destinate loro alcune aree specifiche. Condizioni totalmente diverse da quelle vissute fino alla fine dello scorso anno scolastico, tanto che arrivano già i primi allarmi da parte dei presidi. «I nostri studenti non lo accettano e dovremo chiudere l'università» ha commentato all'agenzia Afp Noor Ali Rahmani, direttore della Gharjistan University di Kabul, in un campus quasi vuoto. Rahmani ha anche precisato: «Le nostre studentesse indossano l’hijab, non il niqab».
Alle indicazioni sul vestiario si aggiungono altre regole: nei college e nelle università privati, che si sono moltiplicati dalla fine del primo governo dei talebani, le donne devono essere istruite solo da altre donne o da “anziani” e devono utilizzare un ingresso a loro riservato. Devono anche terminare le lezioni cinque minuti prima degli uomini per impedire che ci siano occasioni di socializzazione uscendo dalle aule. Le università rischiano, quindi, di svuotarsi definitivamente se si somma la fuga di cervelli subito dopo la caduta di Kabul a chi non vorrà sottoporsi alle nuove regole.
Le donne non possono praticare sport
Si svuoteranno certamente, invece, palestre, campi da gioco, piscine. Almeno di donne. «Non credo che alle donne sarà consentito di giocare a cricket, perché non è necessario che le donne giochino a cricket» ha dichiarato il vicecapo della Commissione cultura dei sedicenti studenti coranici, Ahmadullah Wasiq, affermando che nel gioco «potrebbero dover affrontare situazioni in cui il loro viso o il loro corpo non siano coperti. L'Islam non permette che le donne siano viste così». Inoltre, «questa è l'era dei media, e ci saranno foto e video, e la gente li guarderà».