I PICCOLI AGRICOLTORI AFRICANI AI MINISTRI DEL G7: ” CI SERVONO INVESTIMENTI NON GRANDI MA MIRATI”
Verso un mondo a fame zero, la testimonianza di un'agricoltrice della Tanzania: “Noi piccoli agricoltori chiediamo solo che vengano stabilite le priorità di investimenti mirati, per il nostro diritto di accesso al cibo”.
di Luca Samotti - - 15 ottobre 2017
“Non chiediamo ai grandi del mondo grossi investimenti ma investimenti mirati per le nostre necessità”: è con l’umiltà di chi, partendo dal basso, oggi può rappresentare i piccoli agricoltori africani nel mondo e farsene portavoce nella sfida contro la fame che Elinuru Palangyo, agricoltrice di piccola scala di Arusha, città nel nord della Tanzania, avanza la propria richiesta ai ministri dell’Agricoltura riuniti a Bergamo per il G7.
Abito e copricapo tipici della sua terra, color arancione acceso, e fascia viola simbolo del suo ruolo di Oxfam Female Food Hero, Elinuru Palangyo ha preso la parola rivendicando subito le proprie origini e il proprio obiettivo: “Sono qui per rappresentare i piccoli agricoltori che vogliono essere riconosciuti, in modo da poter nutrire le loro famiglie e le loro comunità – ha spiegato dal palco dell’Aula magna di Sant’Agostino durante “Obiettivo Fame Zero”, la conferenza che sabato ha lanciato pubblicamente i lavori della riunione dei ministri dell’Agricoltura – Per me è un grande onore dare la mia testimonianza su cosa sia l’agricoltura sostenibile, rivendicando il nostro diritto al cibo”.
Ad Arusha Elinuru non possiede alcun terreno di proprietà ma solamente uno di famiglia grande un quarto di acro: da circa 10 anni, quindi, per diversificare la propria fonte di reddito ha avviato una piccola attività di packaging e vendita di cibo biologico, soprattutto cassava e patate.
La svolta da piccolo produttore a rappresentante degli stessi nel mondo è arrivata nel 2014 quando ha partecipato al programma tv Oxfam Female Food Hero: in questo modo ha sviluppato nuove competenze tecniche e imprenditoriali, migliorando la propria attività agricola e diventando un esempio per le altre agricoltrici.
Un’esperienza nel campo dell’agricoltura biologica che Elinuru ha condiviso con le colleghe di Kenya, Uganda, Rwanda e Congo, alle quali ha anche dispensato consigli su come affrontare cambiamenti climatici e spiegato il ruolo determinante che in Africa rappresentano le donne impegnate nell’agricoltura.
“La mia presenza al G7 dell’agricoltura – continua – è l’esempio di quanto sia importante far sentire la voce dei piccoli coltivatori. Come donna e come agricoltrice di piccola scala ogni giorno affronto sfide importanti: il cambiamento del clima, la diffusione di nuove malattie, di nuove specie animali che minacciano i nostri raccolti, alluvioni e siccità. A queste si aggiungono quelle legate alle infrastrutture che oggi sono inadeguate, a partire dalle strade di collegamento con le città e dall’assenza di magazzini. Avremmo bisogno, invece, di infrastrutture che facilitino le nostre produzioni, di semenze resistenti alle precipitazioni o all’assenza delle stesse, o in grado comunque di adattarsi a queste condizioni”.
Sono queste le principali richieste di chi vive ogni giorno il proprio terreno, spesso unica fonte di sopravvivenza ma che ancora non riesce ad essere elemento di crescita e sviluppo: Elinuru denuncia la mancanza di un mercato adatto sul quale proporre le proprie coltivazioni e investimenti che vanno a supportare solamente chi lavora su larga scala, escludendo di fatto la fascia più debole che spesso è costretta ad abbandonare i terreni in cerca di migliori fortune nelle zone urbanizzate del Paese, andando incontro in realtà solamente a condizioni di fame ancora peggiori.
Investimenti mirati stabiliti in ordine di priorità, a partire dall’accesso alle conoscenze: “Un processo che deve partire dai bambini – spiega – Devono conoscere tutto il ciclo alimentare, sostenere i piccoli agricoltori e le donne significa davvero impegnarsi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Le conoscenze devono riguardare nuove tecniche, capacità di adattamento ai cambiamenti climatici: dai Paesi del G7 ci aspettiamo però che non cambino gli accordi di Parigi. Le persone povere e i piccoli agricoltori sono i più colpiti quando si parla di mancanza di cibo: dall’importanza di averlo passa anche la nostra capacità di partecipare ad altre attività economiche”.
Da un piccolo appezzamento di terra della Tanzania ora Elinuru Palangyo è presidente di un gruppo di donne della sua comunità chiamato Kicharimpinda Bwawani che si batte per rafforzare il ruolo delle donne imprenditrici e agricoltrici di piccola scala: un impegno che ha testimoniato e ribadito anche davanti ai potenti del mondo.
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