FMI: ITALIA, L'AMMALATO DELL'ECONOMIA MONDIALE
Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) è un ferro vecchio: nato nel dopoguerra, è sopravvissuto ai mutamenti dell'economia trasformandosi in un prestatore di ultima istanza, ma ogni qualvolta c'è stata una crisi ha dato pessima prova di sé, dall'Argentina alla Grecia. Ciò nonostante sarebbe da irresponsabili ignorare il suo studio sulla situazione economica mondiale (World Economic Outlook) pubblicato nei giorni scorsi: espone dati oggettivi e un sentiment su come la pensa buona parte del mondo economico. L' Fmi fotografa un presente rassicurante, e segnala alcuni pericoli che, guarda caso, girano proprio intorno all'Italia.
Le buone notizie sono che nel 2017 l'economia è cresciuta molto bene a livello mondiale (+3,7%); abbastanza bene nell'area euro (+2,85); meno bene a livello italiano (+1,5%). Analogo trend si prevede per il 2018 e il 2019: bene il resto del mondo, l'area euro arranca un po', crescita asfittica per l'Italia. L'Fmi indica anche i pericoli per l'economia mondiale: le instabilità politiche; una potenziale guerra commerciale innescata dai dazi di Trump e l'aumento dei tassi di interesse in presenza di un debito, pubblico e privato, di scarsa qualità, cresciuto a dismisura a seguito di tassi e inflazione quasi zero. E proprio dietro questi pericoli si scorge, netta, la sagoma dell'Italia.
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