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DONNE COME NEL 68 MANIFESTAZIONE A PARIGI PER UGUAGLIANZA CON GLI UOMNI

FRANCIA: DONNE SCENDONO IN PIAZZA PER DIRITTI,

COME NEL '68 MANIFESTAZIONE A PARIGI PER REALE UGUAGLIANZA CON UOMINI

 

(ANSA) - PARIGI, 17 OTT - Scendono in piazza le donne francesi, come lo fecero nel '68 per rivendicare la parita' sociale ed economica tra i sessi, l'uguaglianza in campo professionale, culturale e politico, e il dominio del proprio corpo, il diritto di contraccezione e di aborto. L'eredita' di quelle donne e' ancora viva nel XXI secolo: anche oggi c'erano loro in piazza della Bastiglia a Parigi, madri e professioniste, con gli stessi ideali di uguaglianza tra i sessi, per difendere i loro diritti e quelli delle proprie figlie. Erano un centinaio tra associazioni femministe, sindacati e partiti di sinistra (presenti anche la socialista Martine Aubry e il comunista Marie-George Buffet) a manifestare per ''una reale uguaglianza tra uomini e donne''. ''La lotta delle femministe deve essere fatta nell'educazione e nelle universita' - hanno spiegato i rappresentanti dei maggiori sindacati studenteschi, l'Unef e l'Unl - L'universita' non e' risparmiata dalle logiche sessiste. Le donne sono sempre in numero maggiore nei corsi di studio letterari. Gli insegnanti, i ricercatori e i presidi delle universita' sono soprattutto uomini''. ''Le donne - continuano i rappresentanti dei sindacati - sono in minoranza nelle filiere considerate 'elitarie' e in numero maggiore nei diplomi ritenuti di 'minore qualita'': sono l'81% che intraprendono studi letterari, e solo il 38% che fanno studi scientifici''. Tuttavia in tutti i tipi di diploma proprio le donne ''hanno migliori voti dei ragazzi''. ''E' chiaro che l'orientamento delle ragazze non tiene conto delle loro vere capacita' ma semplicemente del fatto che un maschio e' giudicato piu' adatto a seguire un un percorso di studi scientifico'', ha detto Antoine Evennou, presidente dell'Unl, il sindacato dei liceali. I sindacati evocano inoltre gli attacchi del governo ai diritti delle donne: la diminuzione degli aiuti alle famiglie, la volonta' di ridurre i tempi del congedo di maternita', la chiusura di diversi asili nido: ''sono segni premonitori che non vanno ignorati''. Tra le discriminazioni c'e' anche quella sul lavoro, spiega il segretario generale del sindacato dei lavoratori (Cgt), Bernard Thibault, considerando che c'e' ''uno scarto dal 25% al 30% nello stipendio delle donne rispetto a quello di un uomo che occupa lo stesso incarico lavorativo''. Per non parlare, continua, ''della forte discriminazione femminile tra posti dei dirigenti e quelli dei quadri''. (Ansa17-OTT-09 )

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