"RIDATECI LE NOSTRE RAGAZZE", #BRINGBACKOURGIRLS, L'APPELLO CHE STA FACENDO IL GIRO DEL MONDO
Rapite mentre erano a scuola. Colpite nei loro diritti, nei loro sogni ed aspirazioni. Sono più di 200 le ragazze sequestrate in Nigeria dai ribelli islamici di Boko Haram il cui leader, in un video diffuso per rivendicare il gesto, afferma di "voler vendere al mercato di esseri umani". "Non devono ricevere un'istruzione e solo sposarsi" secondo gli intenti dei rapitori.
Mentre il governo nigeriano viene accusato di non aver fatto abbastanza per liberare le ragazze- ormai in mano ai ribelli da tre settimane- il resto del mondo non è rimasto a guardare. Un movimento di protesta, #bringbackourgirls, è nato dopo il rapimento: questo hashtag ha iniziato a girare sui social network ed è stato ripreso da associazioni, ong, enti, personalità del mondo politico, della cultura e dello spettacolo, tra cui Malala Yousafzai, la ragazza pachistana simbolo del diritto all'istruzione delle donne, e Michelle Obama, che tramite un tweet ha dichiarato la sua vicinanza alle studentesse rapite e alle loro famiglie. Una petizione per il loro rilascio su change.org ha raccolto finora più di 560.000 firme. Amnesty International e Unicef hanno lanciato degli appelli e la pagina Facebook aperta a sostegno della campagna conta più di 80.000 "like".
Libertà per le ragazze rapite in Nigeria: la mobilitazione online con l' hashtag #bringbackourgirls. (Mariangela Celiberti).