"DOLORE E GENERE", DONNE E UOMINI SOFFRONO IN MANIERA DIVERSA
E' quanto emerge dal secondo Simposio sulla medicina di genere a Bolzano
«La medicina di genere deve diventare materia di studio per il personale sanitario.»
Così si è espressa l'assessora provinciale Martha Stocker nell'introdurre i lavori del 2° simposio sulla medicina di genere «Le donne sentono il dolore in modo diverso? Genere e dolore - Che cos'è la medicina di genere e come influisce sulla terapia delle pazienti e dei pazienti», svoltosi a Bolzano nei giorni scorsi.
«Solo così – ha proseguito – si può giungere ad un cambio di prospettiva che torna utile sia alle donne che agli uomini.»
Il simposio è stato organizzato dall'Ufficio formazione del personale sanitario, in collaborazione con la Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne, il Servizio donna e l'Azienda Sanitaria di Bolzano con lo scopo di conoscere, partendo da un'introduzione generale sulla medicina di genere, le diversità fra donne e uomini nella fisiologia, ma anche nel trattamento del dolore, e di capire se queste scoperte siano rilevanti per la pratica clinica.
Ulrike Oberhammer, presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne, ha auspicato che la medicina di genere entri presto a far parte dei programmi didattici alla Scuola superiore per le professioni sanitarie Claudiana facendo presente come alla Facoltà di Medicina dell'Università di Innsbruck la medicina di genere rientri nelle materie obbligatorie del piano di studio.
La medicina di genere rappresenta un approccio multidisciplinare e interdisciplinare nello studio e nei trattamenti che tiene presenti anche gli aspetti legati all'essere donna piuttosto che uomo, ed i significati socio-culturali dell'identità di genere femminile e maschile.
Un'introduzione generale sul tema della medicina di genere, dagli esordi fino ad oggi, è stata fatta da Andrea Peracino, vicepresidente della Fondazione italiana cuore.
Accanto alle diversità sociali e psicologiche dei sintomi, come ha spiegato il luminare, questa branca recente della medicina si occupa delle manifestazioni delle malattie nelle donne e negli uomini, legate a fattori diversi di tipo genetico e biologico.
Martin Kurz, primario anestesista e terapeuta del dolore peresso la «Christian Doppler Klinik» a Salisburgo, ha fatto riferimento alle reazioni collegate al genere allo stesso stimolo doloroso nei diversi centri del cervello e al fatto che fattori psicosociali di genere e strategie di coping di genere portano ad una diversa valutazione di donne e uomini della tolleranza del dolore e della sua intensità. Il sesso sembra avere un ruolo specifico nella percezione del dolore, nella comparsa di malattie dolorose, nel decorso del dolore e probabilmente anche nel successo terapeutico.
Nel frattempo studi hanno dimostrato che le donne hanno più spesso dolori, si lamentano più spesso, cioè hanno una soglia del dolore più bassa e sono generalmente affette da (quasi) tutti i tipi di dolore degli uomini.
Nell'insieme questo spiega perché le donne soffrano più spesso di dolori cronici.
Janina Dieber, direttrice dell'ambulatorio per il dolore della Clinica di Hartberg si è soffermata sui diversi effetti degli antidolorifici sulle donne rispetto agli uomini spiegando come l'organismo maschile e femminile siano diversamente generati, funzionino in modo dissimile e perciò i farmaci vengano utilizzati diversamente dal relativo organismo. Le differenze sono dovute soprattutto al peso corporeo, all'altezza, alla massa muscolare, alla distribuzione di grasso e acqua nel corpo.
Inoltre, il metabolismo maschile e femminile funziona diversamente, senza dimenticare anche l'influsso degli ormoni.
Di interventi terapeutici non farmacologici rispetto alla sintomatica del dolore nella diversità di genere ha parlato Matteo Zanella, medico specialista in anestesia e rianimazione, medico antalgologo, nonché esperto di terapia del dolore, a Rovigo
Evi Schenk dell'Ufficio formazione personale sanitario della Provincia ha fatto il quadro della situazione in Alto Adige ricordando la presenza del punto «genderhealth», dove si sta tentando di sensibilizzare il personale medico ed infermieristico sul tema della medicina di genere.
Rosmarie Oberhammer, medico specialista in anestesia, Comprensorio sanitario di Brunico, e Veronika Rabensteiner, direttrice dell'Ufficio formazione personale sanitario della Provincia hanno moderato il simposio; in mattinata erano presenti circa 90 persone, nel pomeriggio una settantina.
Il convegno per tecnici del mattino si rivolgeva ai rappresentanti delle professioni sanitarie.
Nel pomeriggio i temi sono stati presentati a tutte le persone interessate in un incontro pubblico.