MANUEL DELIA, CASO DAPHNE CARUANA GALIZIA: «TUTTO IL MONDO STA GUARDANDO A MALTA COME ALL’ISOLA DEI PIRATI»
Una giornalista uccisa. Una donna che amava il suo lavoro e lo faceva con coraggio e perizia. Ma come avviene purtroppo quando si fanno importanti scoperte che riguardano il malaffare di uomini di potere, l’esito può essere nefasto. In data 16 ottobre del 2017 a Bidnija, Daphne Caruana Galizia è stata uccisa. Aveva 53 anni. Attraverso le sue inchieste puntuali sulla corruzione e sull’evasione fiscale legata ai Panama Papers, Dafne Aveva rivelato una rete internazionale di società offshore con il coinvolgimento di alcuni importanti membri del governo di Joseph Muscat, leader del Partito Laburista e Primo ministro di Malta dal 9 marzo 2013.
Recentemente la verità sta venendo a galla e la cittadinanza maltese si è riversata in piazza per chiedere le dimissioni di Muscat. Sono nati movimenti per la giustizia nei confronti della giovane giornalista, che insieme alla Fondazione Daphne Caruana Galizia si battono per la ricerca della verità e il ripristino della legalità nella bellissima isola del Mediterraneo. Yorgen Fenech, l’uomo d’affari amico dei potenti, finora apparentemente intoccabile, è il principale accusato per la morte della giornalista.
Manuel Delia, blogger maltese ha preso il testimone di Daphne, e ripercorrendo il sui impegno giornalistico ha dichiarato in un’intervista rilasciata al GR 1 (Salvatore Sabatino): «Tutto il mondo sta guardando a Malta come all’isola dei pirati ». Convinto però che i colpevoli non la faranno franca ha aggiunto: «si può uccidere una giornalista, non le sue storie». (w.m.)
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