CONSULTA FEMMINILE DI MOLFETTA: MAI PIU' SENZA 50E50
Consulta Femminile di Molfetta, «Mai più senza 50 e 50»: raccolta firme per l'equa rappresentanza in Regione
MOLFETTA - Introduzione della doppia preferenza alternata di genere nelle liste elettorali (ovvero l'obbligo di equa rappresentanza numerica maschile e femminile). Obbligo di esprimere sulla scheda elettorale due preferenze, una per candidati uomini e l'altra per candidate donne (pena l'annullamento della seconda preferenza). Presenza paritaria di candidate/i di entrambi i sessi nell'ambito di programmi di comunicazione politica.
Sono questi i principi cardine della proposta di legge regionale di iniziativa popolare, «Mai più senza 50 e 50», presentata durante l'incontro della Consulta Femminile del Comune di Molfetta. Con l'obiettivo di modificare l'attuale legge elettorale, per la prima volta in Italia si è pensato a un disegno di legge che potesse garantire un'equa rappresentanza di genere per il Consiglio regionale e la Presidenza della Regione. Infatti, come ha ricordato l'avv. Francesca la Forgia, co-redattrice del testo (nella foto con la presidente della consulta, Maddalena Altomare, e Magda Terrevoli), l'unica Regione in cui la legge sulla doppia preferenza è stata adottata, superando il vaglio della Corte Costituzionale, è stata la Campania. Ma la Puglia si è posta un obiettivo più ambizioso. Anziché destinare alle donne una quota del 30%, l'iniziativa pugliese ha puntato al 50%. Una sfida ardua, insomma. Il decreto legge in questione, nato dall'impossibilità di delegare a qualcun altro le esigenze politiche delle donne, ha cercato inoltre di divincolarsi dalla logica delle quote rosa, partendo dall'assunto che la composizione della società - come ha spiegato la dott.ssa Magda Terrevoli, presidentessa del Comitato promotore - deve riflettersi anche nella costituzione della liste elettorali.
Convinti che la presenza delle donne in politica possa rendere migliore la società e che la conciliazione uomo-donna possa essere un binomio vincente, a far parte del Comitato promotore c'è anche un nutrito gruppo di uomini riuniti nell'associazione «Maschile Plurale». La partecipazione e il sostegno alle donne nasce dalla volontà di mettersi in gioco, di rinunciare alla privilegiata posizione di cui godono, creando un'inversione di tendenza rispetto alla politica che sembra non aver alcun interesse ad aprire alle donne il portone d'ingresso principale. Per il raggiungimento dell'obiettivo prefissato, occorrono 15mila firme da raccogliere entro 6 mesi a decorrere dal 2 marzo (data d'inizio della raccolta delle adesioni).
«È ora di rompere quello che per anni è stato un muro impenetrabile», per trasformare la politica e rendere giustizia alle faticose conquiste per cui le donne hanno dovuto combattere, al fine di godere della stessa dignità e parità dell'uomo. Dire donna significa dire valore.
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