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CHIARA SARACENO, "LA CHIESA DEMOCRATICA"

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La riforma del processo di annullamento del matrimonio religioso presentata dal Papa ieri rappresenta una forte semplificazione e democratizzazione. L'eliminazione della doppia sentenza conforme riduce i passaggi. E accorcia notevolmente i tempi.

Nella stessa direzione va anche l'estensione della facoltà giudicante a tutti i vescovi diocesani, perché riduce le code, quindi i tempi d'attesa. In più, e forse più importante, rende più facile ai fedeli, specie a quelli in condizione più modesta di accedere al giudizio, senza doversi sottoporre a viaggi costosi e per molti assolutamente impossibili.

Si tratta di un allargamento democratico, dell'instaurazione di una giustizia di prossimità, analoga a quella introdotta, per ora solo eccezionalmente in occasione del Giubileo della misericordia, per l'assoluzione dal peccato (per la Chiesa) di aborto, con l'estensione di questa facoltà a tutti i sacerdoti, e non solo ad ecclesiastici specializzati.

Se poi il processo diverrà gratuito per tutti, come chiede il Papa, il processo di democratizzazione sarà più completo, eliminando le distinzioni tra chi può permettersi gli oneri finanziari del processo e chi non può, o deve chiedere il gratuito patrocinio dimostrando di non avere mezzi. Come scrive il Papa nella lettera Motu proprio che presenta la riforma, in una materia che attiene alla salvezza delle anime, la Chiesa deve essere generosa e manifestare l'amore gratuito di Cristo. Un atteggiamento che sembrerebbe ovvio, ma evidentemente non lo è stato per molto tempo

Chiara Saraceno, da Repubblica    (settembre 2015)

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