di
-- PARI OPPORTUNITA': A CHE PUNTO SIAMO? --
Va detta una cosa: sbbiamo chiesto noi di attivare la Commissione Pari Opportunità prevista dallo Statuto di Orvieto, in forza del Testo Unico Enti Locali, ma bloccata da anni nel dimenticatoio con buona pace dei partiti di destra e sinistra che si alternavano al governo cittadino.
La scelta di ripristinare la Commissione fu uno dei nostri primissimi atti, forse il secondo atto in assoluto, e chiedemmo di renderla un luogo fisico, aperto e nel quale praticare e rendere vivo quanto fino ad ora era scritto ma rimasto lettera morta. Come tante altre iniziative per le quali occorre la maggioranza prima è stata impaludata e poi, vista la pressione che stavamo facendo, ci è stata scippata con un atto di imperio e trasformata un una commissione di genere; il contrario di quello che è previsto dallo Statuto.Infatti altro che "pari opportunità", la nuova commissione è preclusa ai gruppi i cui rappresentanti eletti non sono di genere femminile (il caso di gruppi di destra ma anche quello di Sinistra Italiana). Le istanze dirette delle elettrici di queste forze politiche quindi non sono di fatto rappresentate e, ciliegina, la sinistra a votato perchè sia così.
Far peggio di così è davvero difficile. A questo punto per evitare un nuovo blocco abbiamo "emendato" il testo in modo da impedire le violazioni di legge perchè creare una commissione emanazione del Comune composta da 15 donne sarebbe anche una violazione di legge oltre che dello Statuto cittadino, di fatto però questo mio emendamento che ha cambiato la denominazione in commissione femminile per le pari opportunità, che non è più quanto previsto dalla legge e dal documento fondante del Comune di Orvieto, così abbiamo reso possibile la nascita di tale consulta che per quanto sia al "femminile singolare" e quindi non paritaria ha avuto ormai già più di un anno per lavorare, occorre ora che ci si renda conto che quanto avevamo spiegato già dal 2016 era una facile profezia e che occorre essere molto più di questo per dimostrare sul campo di volere davvero una città in cui le pari opportunità di genere siano una bussola dell'Amministrazione ed una prospettiva di progresso sociale e territoriale.
Qui di seguito uno stralcio del mio intervento in Consiglio.Lucia Vergaglia (M5S): "vorrei introdurre alcuni elementi di colore per delineare il clima di apertura nei confronti di una concezione più moderna delle discriminazioni. L'Assessore parla di ampia discussione ma è stata una guerra con momenti di ostilità evidente in cui ho avvertito che l'Assessore stessa fosse ostaggio di alcune espressioni più oltranziste. Oggi viene tagliata fuori completamente la prospettiva maschile che in realtà è all'apice del confronto e che nel dibattito potrebbe dare un importante contributo. Se portiamo avanti la logica del rinnegamento dei valori di parità allora dobbiamo avere il coraggio di dire che questa commissione di occupa solo delle donne. Nel Regolamento il termine donne e femminile è ripetuto oltre 20 volte. I regolamenti una volta che vengono fatti lasciano una traccia. Il rischio che io ravviso è che questo regolamento è un bollino di qualità che mettiamo alle associazioni, una sorta di 'Albo d'Oro'. Ad esempio trovo discriminante il requisito di operatività sul territorio che non è necessariamente indiscutibile. Mi auguro che l'accoglimento a rappresentare le sole problematiche delle donne venga rivisto".