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Se il lavoro è uomo: si cerca grafico con mano «preferibilmente maschile» - Toscana

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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FIRENZE. Si richiede «preferibilmente mano maschile». Tre parole e l’annuncio di lavoro per la ricerca di un grafico rischia di trasformarsi in una bega. Una bega sessista. Questione di pari opportunità. Meglio gli uomini delle donne, ancora nel 2017. La Vista srl che lo pubblica nega. Parla di un fraintendimento: «I nostri dipendenti al 99% sono donne». Però, per come è scritta, la ricerca di personale - sul portale “Lavori creativi” - di dubbi ne solleva.

I GRANDI CLIENTIVista srl è una società che si occupa di grafica, di design, di moda, di campagne promozionali e anche campagne sociali. Anni fa (ai tempi del sindaco Leonardo Domenici dicono da Palazzo Vecchio) ha firmato lavori per il Comune di Firenze: campagne per la promozione della tramvia; per la sicurezza stradale; per i parcheggi della stazione Statuto e per i taxi multipli di Firenze. Fra i clienti, dell’agenzia, risultano pure colossi della grande distruzione (Unicoop soprattutto per i cataloghi). Anche se oggi sia enti pubblici che coop assicurano di non avere «collaborazioni attive con questa società».

L’ANNUNCIO E LA LEGGEComunque, in queste settimane l’azienda di Lorenzo e Jacopo Cecchi - con sede a Firenze - cerca un «giovane grafico/a anche stagista con esperienza». All’inizio l’annuncio sembra politicamente corretto. E rispettare anche i dettami delle pari opportunità che in Italia hanno radici profonde. Risalgono alla Costituzione. Già 70 anni fa, infatti, la Costituzione prevedeva (fra i tanti) un articolo, il 37, che imponeva l’uguaglianza (almeno sulla carta) fra uomini e donne di fronte alla legge: «La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore».

L’ESPRESSIONE DUBBIAIl fatto è che, poi, l’annuncio prosegue. Fra i requisiti richiesti c’è una «forte creatività e sensibilità alla moda per il settore abbigliamento... Preferibilmente mano maschile». Eccolo qua, il passaggio che attira l’attenzione. La richiesta di “mano maschile”. Il referente dell’annuncio, Jacopo Cecchi, non ci trova nulla di male. Soprattutto non ci trova alcun riferimento sessista. Addirittura si meraviglia che «chi è esperto del settore ce lo possa trovare. Questa è un’espressione spesso usata in gergo tecnico per dire che stiamo cercando una persona, uomo o donna senza differenza, in grado di disegnare una collezione di moda maschile. Noi abbiamo molte grafiche, molte ragazze che lavorano per noi, ma senza attitudine al disegno di collezioni per l’uomo. Invece, ora ci serve una figura in grado di disegnare una linea per l’uomo». In sostanza, la Vista srl cerca «una persona che disegni una collezione da uomo. Chiunque può disegnare una collezione di questo tipo, sia un uomo che una donna. Ma le persone che abbiamo in azienda oggi hanno una mano estremamente femminile: per questo cerchiamo qualcuno con una mano maschile, ma non c’è alcuna preclusione rispetto al sesso del grafico. L’importante è che riesca a realizzare un prodotto di gusto maschile: altrimenti non si vende. E i clienti vogliono un prodotto che si venda».

ESPRESSIONE NON TECNICALa posizione, quindi, è aperta a tutti, ragazzi e ragazze. L’importante è avere un portfolio di disegni e lavori da mostrare. Ma chi è nel mondo della moda sostiene che l’espressione “mano maschile” non è propriamente tecnica. «Per cercare una persona che firmi una collezione maschile, bisogna richiedere una figura con esperienza nel disegno di abbigliamento uomo. Poi se il datore di lavoro vuole, può specificare anche quale tipo di capo: se un capo spalla (le giacche ad esempio), i pantaloni e così via. Ma non si può far passare l’espressione “mano maschile” per un termine tecnico. Nel nostro settore non si usa: per essere più comprensibile, l’annuncio avrebbe dovuto riportare la ricerca di personale per un disegnatore/grafico esperto in disegno di abbigliamento uomo».

Cecchi non la pensa così. E difende la formulazione dell’offerta di lavoro: «Mi meraviglia la perplessità suscitata da questa richiesta. Se chi è del settore non conosce questa espressione, non so quale esperienza possa vantare e con quale curriculum si possa presentare». La valutazione è aperta. Lo stipendio promesso varia fra 800 e 1500 euro netti mensili. Il contratto si dice «è da valutarsi in base all’esperienza». Non in base al sesso. Sarebbe - anzi è - illegale.

EUROPA ANTI-DISCRIMINAZIONILo dice anche l’Europa. C’è arrivata dieci anni dopo l’Italia. Comunque il principio di parità «di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro»è sancito dai trattati europei dal 1957; poi è stato ripreso nel Trattato di Funzionamento dell’Ue (articolo 157). E in una serie di norme, fino a quelle del 2006 recepite dgli Stati membri e che oggi sono in fase di revisione. Norme che ribadiscono: «La discriminazione ..... è proibita in tutta l'Unione europea». 

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