Istruzione e pari opportunità: linee guida per il diritto allo studio delle alunne e degli alunni fuori dalla famiglia di origine
Monreale, 12 dicembre 2017 – Per garantire “Pari opportunità nell’istruzione per le persone minori d’età” sono state siglate dalla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, e dalla garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Filomena Albano le “Linee guida per il diritto allo studio delle alunne e degli alunni fuori dalla famiglia di origine”.
Esse sono dedicate a tutte quelle alunne e a tutti quegli alunni che si trovano per ragioni differenti fuori dalla famiglia d’origine talvolta in modo definitivo talora solo provvisoriamente. Si tratta di minori in affidamento familiare per difficoltà della famiglia di origine a prendersi cura dei figli; alunne e alunni che sono ospiti, momentaneamente, nelle strutture dei sistemi di protezione (comunità familiari, case famiglia, comunità educative, comunità sociosanitarie) perché non è possibile disporre di un affidamento familiare; minori stranieri non accompagnati; ragazze e ragazzi sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria minorile in ambito penale.
Le Linee Guida contengono indicazioni e suggerimenti concreti, a tutti i livelli, dalla governance tra istituzioni diverse, con una definizione di “chi fa che cosa”, alla gestione della classe e delle relazioni tra gli allievi, agli aspetti pratici e amministrativi relativi all’iscrizione a scuola, all’inserimento in classe, alla documentazione del percorso scolastico, spesso molto frammentato, all’orientamento scolastico e al bisogno di percorsi di avviamento al lavoro.
“In questa fase progettuale- si legge nelle Linee Guida- i docenti devono dare preminenza agli interventi in classe e alla socializzazione degli apprendimenti. Essi valorizzeranno il tempo scuola come determinante per il raggiungimento degli obiettivi previsti per il singolo”. Da un punto di vista prettamente didattico è espressamente indicato che gli insegnanti devono prevedere un percorso personalizzato o, in caso di disabilità, di un Piano Educativo Individualizzato, qualunque sia il momento dell’anno in cui il minorenne viene accolto a scuola, che valorizzi la resilienza, competenza che i minorenni fuori famiglia acquisiscono nei diversi contesti di vita e che consente loro di potere svolgere un ruolo attivo nelle esperienze di apprendimento tra i pari.
Un’altra competenza da valorizzare è quella plurilinguistica, nel caso dei minorenni stranieri fuori famiglia. Il gruppo-classe, infine, deve essere gestito come sistema e le strategie educative e didattiche, pianificate e condivise, devono essere portate avanti in maniera coerente da tutti gli attori del progetto di inclusione.
“Questa firma – sottolinea la Ministra Fedeli – rappresenta un momento importante: stabiliamo interventi operativi per strutturare percorsi didattici ed educativi che mirino al pieno sviluppo di ogni giovane, al di là della sua storia personale, delle condizione economiche della sua famiglia, della sua provenienza geografica”. Numerosi e diversificati sono, infatti, gli ostacoli che rendono difficile ai minori allontanati dalla propria famiglia di origine, la realizzazione del proprio percorso di istruzione e formazione. “Queste Linee Guida – sottolinea la Garante Filomena Albano – possono contribuire a superarne alcuni: in primo luogo offrendo al personale scolastico elementi di conoscenza generali sul funzionamento del sistema di tutela dei minorenni e fornendo utili indicazioni per semplificare, rendere possibili e strettamente aderenti alle necessità individuali, le attività connesse alle varie fasi del percorso scolastico”.
L’auspicio dell’istituzione è quello di ridurre il più possibile, se non proprio di eliminare, quegli elementi discriminatori che contribuiscono ad aggravare una situazione di per sé complessa e confidando nello spirito di resilienza e consapevolezza che i bambini e i ragazzi dimostrano di avere.