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L'Irpinia delle Pari Opportunità cresce, ma c'è ancora tanto da fare » ilCiriaco

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

Nonostante tutto, un anno positivo. Piccoli ma importanti risultati che testimoniano un impegno concreto e continuativo in una provincia che sta rispondendo bene e che si pone parecchi passi avanti rispetto ad altre realtà più vicine e grandi. Parliamo di pari opportunità e degli strumenti messi in campo dalla consigliera Domenica Lomazzo insieme alle organizzazioni sindacali e alle tante associazioni presenti sul territorio perché i buoni propositi si concretizzino in azioni. Questa mattina, presso la Sala Grasso della Provincia, Lomazzo ha tracciato un bilancio in occasione della presentazione dell’Agenda Mia 2014. L’Agenda, che sarà distribuita gratuitamente sul territorio provinciale, contiene consigli ed informazioni utili per le donne in materia di prevenzione, salute, diritti e lavoro. Un piccolo vademecum che non manca di annotare leggi importanti e traguardi raggiunti, oltre che consigli e aforismi firmati da grandi donne del passato e del presente. «Il nostro operato si muove in uno scenario difficile – esordisce la consigliera – Gli investimenti sono fermi e le donne non sono messe in condizioni dalle politiche sociali ed economiche di avere, di fatto, le stesse opportunità degli uomini. In Irpinia ci sono 45.000 donne disoccupate, di queste più di 3.000 sono laureate e quasi un terzo hanno da poco superato i 30 anni. Abbiamo messo da parte un’intera generazione, perdendo competenze ed energie».Ma nonostante ciò, ci sono dei traguardi di cui andare fieri: «La nostra Provincia riceverà 2.800.000 euro per la realizzazione di 14 progetti approvati nell’ambito dei fondi F.S.E., momenti importanti in materia di strumenti di conciliazione ma anche di opportunità occupazionali. Per quanto riguarda il contrasto alla violenza, è stato inaugurato un centro a Montoro Inferiore e uno sportello a Solofra, e tante sono le iniziative delle associazioni che si stanno adoperando in questa direzione, come +ARI». Lomazzo aspetta, inoltre, che si allunghi la lista dei comuni irpini che decidano di adottare una delibera di indirizzo nella quale l’amministrazione si dichiari disponibile a costituirsi parte civile nei processi che riguardino violenze subite da donne o bambini: «È un’indicazione che ho fornito lo scorso 25 novembre, e che subito è stata colta dai comuni di Mercogliano, Serino e Sant’Angelo dei Lombardi, e verrà presto portata all’approvazione dei consigli di Petruro e Atripalda. È un modo per far capire alle donne che le istituzioni sono dalla loro parte, per far trovare il coraggio di denunciare». L’Irpinia, secondo Lomazzo, ha «macinato chilometri in materia di Pari Opportunità, ma c’è ancora tanto da fare. “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”, diceva Eleanor Roosvelt, e i nostri sogni altro non sono che tutti i progetti che vogliamo realizzare negli anni a venire». E le responsabili del settore pari opportunità dei maggiori sindacati della provincia non mancano di fornire il loro contributo a riguardo. «Non dimentichiamo che tagliare l’assistenza domiciliare per i malati significa, di fatto, pesare sulle donne che sono quelle che si prendono cura dei più deboli in famiglia, limitandone ancora di più le possibilità lavorative», dichiara Adele Giro della Cgil. «Speriamo che questa rete di associazioni, organizzazioni ed istituzioni sia sempre più fitta e più unita, perché è necessario che ogni azione venga portata avanti con tutta l forza possibile», commenta Vincenza Preziosi della Uil. «Dobbiamo intensificare la comunicazione e le occasioni di dibattito, perché se delle donne continuiamo a parlarne solo tra donne non andiamo poi così avanti», suggerisce Tonia De Giuseppe della Cisl. Una riflessione più squisitamente politica arriva in conclusione da Monica Spiezia, rappresentante Ugl ma anche consigliere comunale d’opposizione nella città di Avellino: «Il Tar ha contestato la giunta di Altavilla Irpinia, perché non c’era neanche una donna. Il sindaco ha preferito dimettersi dichiarando che nessuna donna era in grado di sostenere un incarico di giunta: questo la dice lunga su cosa pensino ancora oggi tanti uomini riguardo a donne e politica. Proprio perché c’è tanto da fare, io mi auguro che i percorsi intrapresi non si interrompano, e mi riferisco in particolar modo all’amministrazione comunale del capoluogo: spero che Foti vada avanti per la sua strada perché un ritorno prematuro al voto significherebbe affossare ancora di più sotto il peso della crisi questa città, e a farne le spese maggiori sono sempre le donne».

R.C.

(lunedì 23 dicembre 2013 alle 14.11)

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