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Violetta in Italia, pari opportunità tra tv, concerti e showbiz

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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Una volta volevano sposare Simon Le Bon, adesso vogliono essere Violetta e farsi qualcuno dei One Direction. Ci pare un bel miglioramento. Arriva in Italia per una serie di concerti Violetta (interpretata da Martina Stoessel), ed è subito boom. Il fenomeno è tale che Violetta è stata inglobata anche nel corpaccione di Raiuno, all’interno dell’evento più nazionalpopolare che ci sia dopo Sanremo, ovvero il veglione di fine anno.

Il fenomeno è tale che se ne sono accorti pure le grandi penne nostrane, con paginate e paginate: dopo Peppa Pig, Violetta è stata l’ossessione dei giornali in ferie. Eppure, bastava ricordarsi di quando a maggio il film di Violetta registrò un’affluenza da record superando pure Il Grande Gatsby. Eppure, bastava ricordarsi che la serie fu lanciata come la prima coproduzione tra Disney Channel America Latina e i corrispettivi europei, mediorientali, africani: se i colossi si uniscono, l’obiettivo economico è chiaro. Violetta però è stata scommessa produttiva vinta soprattutto perché ha saputo fondere diversi immaginari.

C’è infatti il mito della ragazzine dalla gran voce di Casa Disney, che vanno da Britney Spears a Miley Cyrus: la prima ha esordito nel Mickey Mouse Club, la seconda era protagonista di una serie tv, Hannah Montana. In Violetta, tutto questo però si fonde con la tradizione, tanto musicale quanto televisiva, del Sudamerica, che in questi anni si è fatto notare nel resto del mondo anche con prodotti per ragazzi di successo (visti da noi su MTV). La musica latina permette a Violetta di giocarsela alla pari con le star in lingua inglese, potendo contare su un bacino linguistico molto ampio, e fortissimo anche negli Usa. Poi il fascino latino acchiappa anche nella vecchia cara Europa (e qualche canzone viene tradotta nelle lingue dei rispettivi paesi).

In secondo luogo, questo spostamento sudamericano ha permesso alla tradizionale disneyana di ibridarsi con la trazione televisiva di quei paesi, e quindi con la novela. Hannah Montana era una sitcom con puntate autoconclusive, qui invece c’è la possibilità di un racconto seriale che si evolve di puntata in puntata con molti personaggi, e che fa proprio un genere come il melodramma sentimentale, qui ovviamente diluito e contaminato dalla commedia. Violetta ha per certi versi una formula più complessa di Hannah Montana, ma d’altra parte tra i due titoli sono passati ben 6 anni, un’era geologica nel mondo dello spettacolo.

Infine, Violetta ha avuto successo perché è stata capace di creare un racconto universale. La ragazza ha un passato burrascoso (la madre morta in un incidente), e deve affrontare nel presente la sua passione per la musica per scoprire le sue potenzialità. Violetta insomma è un romanzo di formazione che intreccia musica, ballo, mondo dello showbiz, formule seriali televisive note: tutti linguaggi comuni ai giovani di tutto il mondo, di tutte le fasce d’età senza distinzione di sesso. Ecco, questa è l’altro aspetto fondamentale: i prodotti per ragazzi, come la musica pop cui si ispirano, dimostrano che le dive al femminile possono essere portatrici di un racconto e di un immaginario universale. E questo apre nuovi spazi paritari a livello narrativo ed economico.

@StefaniaCarini

TAG: Britney Spears, Hannah Montana, Miley Cyrus, Peppa Pig, Violetta, Walt Disney

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