Dibattito Università di Pisa su libro pari opportunità
E' stato scritto da una donna, Josefa Amar y Borbón, il trattato "Discurso sobre la educación fisica y moral de la mugeres" tradotto per la prima volta in italiano dalla ricercatrice dell'Università di Pisa Elena Carpi. Il lavoro, edito dalla Pisa University Press, è stato presentato ieri 21 maggio al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi in occasione della tavola rotonda "Differenze di genere e leadership: percorsi educativi".
Se in ambito europeo alcuni esempi letterari di apertura ai diritti delle donne possono già trovarsi, nel panorama iberico il "Discorso sull'educazione fisica e morale delle donne" è certamente uno dei primi testi a sostenere che la capacità di imparare non dipende dal sesso di una persona. Oggi può sembrare scontato, ma come spiega la Carpi "quello era un periodo buio per le donne, si discuteva se potessero imparare qualcosa o essere utili alla società. E si era in epoca illuminista. L'opera è un trattato sulle idee dell'autrice, dove la cultura si afferma come mezzo di felicità per tutti". La cura del volume ha richiesto tre anni di lavoro: "Da 8 anni facevo ricerche sul linguaggio della filosofia nella Spagna dell'800, poi tre anni fa ho trovato questo testo. E' stata una sfida tradurlo con linguaggio moderno, senza tradire l'originale".
Il dibattito sulle differenze di genere è stato sviluppato da personalità dell'Università di Pisa quali il prorettore vicario Nicoletta De Francesco, la presidente della Pisa University Press Ada Carlesi ed i professori Paolo Rossi e Rita Biancheri. Sono intervenute poi l'assessora alla pari opportunità Marilù Chifalo e l'amministratrice delegata di Sat Gina Giani. Ada Carlesi: "Questi sono temi dove di scontato non c'è niente, ci sono tanti passi ancora da fare. Il fatto che questo libro sia ancora attuale dimostra quanto dobbiamo ancora progredire". "Uomini e donne hanno modi diversi di funzionare – afferma Marilù Chiofalo – e uno non è migliore dell'altro. La battaglia non è solo di civilità, è di funzionalità dell'agire".
Gina Giani ha invitato le studentesse intervenute a "impegnarsi e tirar tardi se necessario, puntando ai propri obbiettivi". "Per la mia esperienza – ha raccontato – posso dire di essere stata sempre orientata al risultato. Ci sono donne che vogliono lo stipendio da dirigente e poi se dedichi tempo al lavoro ti criticano dicendoti che trascuri la famiglia. Non funziona così, se ci sono cose da fare si fanno. In quel caso i figli staranno col padre!". Fra i vari argomenti trattati si è toccato il tema "quote rosa", ed anche lì la Giani non le manda a dire: "Ai vertici di aziende o istituzioni ci sono poche donne e quelle in tali posizioni sono spesso parenti o soci fondatori. Il motivo per cui simili norme sono avversate non è tanto sulla capacità delle donne o sul principio, ma è per il fatto che ci sono personaggi che non vogliono alzare il sedere dalla poltrona".