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Se è lui a spogliarsi Le pari opportunità del desiderio

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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Milano, 21 ottobre 2014 - 21:28

E se è un uomo a spogliarsi in una pubblicità: che impressione vi fa? Vi piace l’immagine? Non è il primo né sarà l’ultimo: ricordate, per citarne uno particolarmente simpatico, il campione di nuoto Camille Lecourt mentre esce nudo dalla vasca per convincerci che risparmiare sulla bolletta della luce si può? All’inizio degli Anni Settanta si è spogliato Yves Saint Laurent per reclamizzare il suo profumo. Oggi cosa c’è di nuovo? La parte più culturalmente avanzata di chi si occupa di pubblicità ha dimostrato che non è necessario il nudo per vendere (lo ha scritto bene Daniela Brancati sul blog La 27esima Ora) e basta un giro di pareri fra amiche e compagne d’ufficio – con gli uomini il sondaggio può diventare più problematico - per ricavare l’idea che il nudo, maschile o femminile che sia, è ormai poco tollerato se non ha attinenza con il prodotto che reclamizza: passi per la biancheria intima, ma i prodotti per lavare l’auto proprio no. Un profumo, che per di più di chiama Wild, selvaggio, come questo di Dsquared2, è una giustificazione sufficiente?

Il fatto è che il corpo del modello, con i suoi muscoli così scolpiti, è irreale esattamente come lo sono i fisici perfetti delle top in passerella. Oggi gli uomini si curano, si piacciono, vanno in palestra. Ma la perfezione è un’altra cosa. E, solitamente, è uno straordinario generatore di ansia (le donne sul tema la sanno lunga). Questo è un punto a sfavore del nostro bel ragazzo che mostra l’inguine. Sebbene irreale, il suo non è però il corpo di un extraterrestre: racconta molto di noi.

Mark Simpson, che nel 1994 ha inventato il termina metrosexual, ha coniato ora una parola nuova per raccontare questi uomini dai pettorali scintillanti che sorridono solitamente da un selfie postato su qualche social: spornosexual, combinazione di sport e porn. Se i metrosexual avevano armadi sconfinati, questi la camicia preferiscono togliersela per far vedere cosa c’è sotto. Per qualcuno sarà la reazione nei confronti di una cultura che ha scelto di rendere sempre più sottili le differenze fra i generi. Per altri un cambiamento che comunque ha del buono: curarsi, profumarsi, desiderare di essere guadarti, essere vanitosi si può (lo scorso anno in Inghilterra gli uomini hanno speso in scarpe più delle donne, e questi sono numeri, non filosofia). Anche per gli uomini è una fra le tante scelte possibili, non più indizio di effemminatezza o di omosessualità. Le pari opportunità del desiderio. E questo ha tutto l’aspetto di un punto a favore.

21 ottobre 2014 | 21:28

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