Registro comunale per la bigenitorialità. Mori (Pd) difende centri antiviolenza e pari opportunità
Nella seduta della Commissione Cultura svoltasi questa mattina è stato discusso l’ordine del giorno dei Consiglieri Pittola e De Vincenzi in cui si chiede l’istituzione di un registro comunale per la bigenitorialità, nel corso della quale sono state mosse delle accuse gravissime nei confronti dei centri antiviolenza umbri, dei centri di pari opportunità e dei servizi sociali del Comune.“Tutto ciò è molto grave, oltre che fazioso ed infondato” – commenta la consigliera del PD Emanuela Mori – “Si tratta di centri che svolgono servizi efficienti per difendere e per restituire dignità e consapevolezza alla donna vittima di abusi ed agli eventuali figli, soprattutto al fine di costruire ed affermare una cultura contro la violenza perpetrata nei confronti delle donne. Io stessa sono stata vittima di molestie e so bene cosa significa essere supportata e sostenuta in momenti cosi difficili…Alla mia richiesta di invitare altri soggetti, primo tra tutti un responsabile del centro antiviolenza di Perugia, per gli ulteriori e necessari approfondimenti, viste le accuse e la delicatezza del tema, sia i proponenti sia la maggioranza della commissione hanno respinto questa mia proposta, negando l’opportunità di poter avere un confronto e quindi un dibattito democratico.”“E’ vergognoso quanto accaduto stamattina.” – continua la consigliera Mori – “Al di là del merito dell’ordine del giorno che non mi trova d’accordo, in quanto inserire i minori in un registro ad hoc rischia di farli sentire ancora più diversi, bollandoli e facendogli indossare “la targa di figli di separati” e facendo prevalere l’egoismo dei genitori sull’interesse del minore, vittima incolpevole, che si ritrova suo malgrado al centro di una situazione di conflittualità. Ma soprattutto per le parole pronunciate dal consigliere De Vincenzi, il quale ha strumentalizzato il tema, già di per sé molto delicato, pro domo sua ed entrando nelle mie vicende personali, in maniera estremamente inopportuna e fuori luogo, dimenticandosi del luogo istituzionale in cui ci troviamo.
Il compito dell’Amministrazione comunale deve essere quello di stare vicino alle famiglie, aiutandole con la mediazione familiare nel difficile momento della separazione o del divorzio, fornendo una valida assistenza per la riorganizzazione delle relazioni familiari e non creando inutili registri”.