Pari opportunità nel caos ma per il Governo non c'è nessun problema
I cinque stelle hanno così chiesto al premier se non ritenga opportuno alleggerirsi della delega alle pari opportunità, tenuta per sé, prevedendo un apposito ministro, anche alla luce delle recenti dimissioni della consigliera di palazzo Chigi, la deputata Giovanna Martelli, che ha lasciato il gruppo parlamentare e interrotto la collaborazione sul tema con il governo. Nell’interpellanza i 5 stelle hanno messo in fila tutti i problemi del dipartimento delle pari opportunità. Hanno ricordato, ad esempio, i ritardi nella nomina del successore di Marco De Giorgi, il direttore dell’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali, il cui incarico è scaduto - purtroppo per il governo, subito dopo lo scontro con Giorgia Meloni e le proteste della leader di Fratelli d’Italia, come fanno notare polemici i 5 stelle. Poi hanno chiesto chiarimenti sul destino dei fondi europei, che all’Espresso risultano bloccati , neanche ancora assegnati al dipartimento pari opportunità e a rischio restituzione anche per il mancato rinnovo di 15 contratti di consulenza ad esperti che quei fondi avevano procacciato per il contrasto alle discriminazioni, in particolare nel mondo del lavoro.
Scaduto De Giorgi, dopo lo scontro con Giorgia Meloni, il premier non ha ancora nominato un nuovo direttore per l'Ufficio antidiscriminazioni, così come 15 esperti. In ballo ci sono 50 milioni di euro
Il sottosegretario Giampiero Bocci, ha così risposto agli appunti mossi in aula dalla deputata 5 stelle Silvia Giordano, a nomi dei vari firmatari.Sulla vicenda di De Giorgi, Bocci ha confermato quanto scritto da L’Espresso: «Il contratto del coordinatore dell’Unar è scaduto lo scorso settembre, immediatamente è stata attivata la procedura di interpello per la copertura della posizione». Ma niente ritardi. Il sottosegretario ha assicurato che la chiama diretta ai dirigenti interni si è chiusa l’8 ottobre, e che «è ora in corso la valutazione dei profili». «Si segnala», è la risposta di cui si deve accontentare la deputata 5 stelle, che chiede quando ci possa volere a individuare un dirigente, «che in 26 novembre il direttore per gli affari generali ha trasmesso una nota contenente una preliminare verifica dei requisiti dei candidati». E quindi il nuovo direttore prima o poi arriverà.
Bocci respinge poi ogni accusa sul depotenziamento dell’ufficio. Il sottosegretario conferma che per palazzo Chigi l’ufficio anti discriminazioni «può operare efficacemente», e che a nuove collaborazioni «a carattere temporaneo» si ricorrerà solo quando non si potrà svolgere l’attività con le risorse interne, «così come prescritto dalle normative». Che questo abbia poi messo a rischio i fondi, per Bocci non è vero: «Il ritardo denunciato», dice, «è di natura fisiologica e non mette a rischio le risorse». Che a mancare sia proprio l’accordo tra il ministero del Lavoro - che riceve i fondi - e il dipartimento che dovrebbe spenderli, è invece verissimo: «Ma si segnala che il dipartimento», rassicura Bocci, «sta finalizzando la stipula con il ministero per l’accordo di gestione».
I 5 stelle però segnalavano un’ulteriore questione. «Il 2015», scrivono nell’interpellanza, «è il primo anno in cui inspiegabilmente non si svolge, nel mese di ottobre, la consueta settimana contro le discriminazioni nelle scuole così come prevista dal protocollo con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 30 gennaio 2013». Il governo, semplicemente, ricorda come sia cambiata la normativa e che le nuove direttive a cui le scuole si dovranno attenere per organizzare le iniziative saranno prodotte da un tavolo di lavoro convocato dal ministro Giannini. E il tavolo si riunisce il 10 dicembre. Quando però i piani offerta formativa dell'anno in corso sono chiusi da tempo.
Lo spazio web costato 60mila euro e presentato a giugno non è ancora online. Le associazioni scrivono a Renzi e ai parlamentari Pd. Tra le dimissioni della consigliera di palazzo chigi Giovanna Martelli e i fondi europei bloccati, chiedono un vero ministro delle pari opportunità
Non espressamente citata nell’interpellanza, ma solo evocata dalla deputata 5 stelle, non ha trovato risposta - invece - la questione del sito Lgbt, presentato alla stampa a giugno, costato 60mila euro e non ancora online . Dal comitato scientifico che sta curando la vicenda a L’Espresso arrivano però rassicurazioni: può essere che per Natale o i primi dell’anno il sito sia finalmente pronto.Perché questo ritardo? Perché alcune presenze cattoliche meno progressiste inserite nel comitato hanno chiesto un sito meno orientato di quello prodotto dal servizio Lgbt di Torino, incaricato inizialmente. Il sottosegretario De Vincenti, che ha in cura la pratica, ha quindi dovuto lavorare per tenere dentro tutte le espressioni di quella che è la maggioranza di governo. E per evitare polemiche come quelle innescate dai libri sulle discriminazioni e i pregiudizi di genere rivolti alla scuole, che misero l'Unar in forte contrapposizione con il ministero dell'Istruzione, allertato dalle sentinelle in piedi. Ma dal comitato assicurano: «Ora siamo a un buon punto. E sarà un buon sito».