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Violenza e pari opportunità Quel «gran pasticcio» votato in gruppo (senza leggere)

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

imageLa senatrice Pia Locatelli è tra le firmatarie dell’ emendamento «Codice rosa» che in questi giorni ha visto sollevarsi un esercito di no proprio da chi di violenza contro le donne si occupa da anni in questo paese.

La sua firma mi ha lasciata esterrefatta, essendomi spesso confrontata con lei sulla violenza di genere e ricordando che quando ci fu il dibattito sul «decreto femminicidio» fece un intervento alla Camera per dichiararsi contraria alla irrevocabilità della querela.

Le ho chiesto dunque di motivarmi questa scelta e ho scoperto che si tratta di un gran pasticcio, che farebbe sorridere se non fosse che il prezzo di questo pasticcio ricadrà – ancora una volta- sulle vite di tante donne e ragazze.

Tutto nasce da una iniziativa delle donne dell’ufficio di presidenza della Camera, compresa la presidente Boldrini, che ha proposto di dare vita ad un «intergruppo donne» con l’intento di incrementare le azioni per la parità di genere in una legislatura che nonostante la presenza di oltre 200 parlamentari (per la prima volta più del 30%), non si è fino ad ora distinta in tal senso (salvo la ratifica della convenzione di Istanbul). A questa proposta hanno aderito un’ottantina circa di parlamentari.

«Con l’ obiettivo di proporre delle azioni trasversali sulla legge di stabilità – racconta Locatelli -, abbiamo costituito un piccolo sottogruppo che ha proposto all’intergruppo alcuni emendamenti gender-sensitive, chiedendo di metterli in comune attraverso firme trasversali, appunto, senza alcun obbligo».

Sono stati quindi presentati emendamenti sul tema della tratta, sul premio di produttività anche per le donne in gravidanza, sui congedi di paternità, su voucher per baysitter anche per le lavoratrici autonome ed le imprenditrici, richieste di più fondi al piano violenza e, tra tutto questo, anche il cosiddetto «Codice rosa».

Gli emendamenti portano numerose firme trasversali, da Marisa Nicchi a Renata Polverini, e proprio in nome dell’importanza della trasversalità Locatelli ha dichiarato a priori che avrebbe sottoscritto tutti gli emendamenti promossi anche dalle altre.

«Ci tenevo a sottolineare – continua la senatrice – l’importanza della trasversalità, per cui mi sono sempre battuta in questi anni. Ci tenevo a promuoverla concretamente. Ho assunto un rischio? Si l’ho fatto e a volte i rischi comportano appunto dei rischi. Quando, dopo aver dichiarato la mia sottoscrizione, ho visto il testo – di cui non condividevo il contenuto – ho pensato a come si potesse tutte insieme rimediare, e sottolineo insieme, non per parti contrapposte. Fuori discussione il ritiro dell’ emendamento, abbiamo cercato di modificare il testo, che alla fine è stato modificato e approvato in Commissione Bilancio.Mi piace il nuovo testo? No, perché permane, anche se alleggerita di molto, l’impostazione originaria».

Locatelli comprende e condivide la presa di posizione delle associazioni, anche se sostiene che si rammarica per l’aggressività dei toni che viene letta dall’opinione pubblica come incapacità delle donne di confrontarsi accesamente oltre che appassionatamente, ma insieme, non per parti contrapposte.

Le chiedo cosa farà ora e mi anticipa l’emanazione di due emendamenti (nr.1.4017 e nr. 1.4018) che, rispetto all’emendamento Giuliani, precisano che non vi sarà nuovo stanziamento di fondi. In termini pratici significa che sia «Percorso tutela vittime di violenza» (il comma 451 bis dell’em. Giuliani) che la relativa «istituzione di gruppi multidisciplinari» (comma 451 ter em. Giuliani) sarebbero attuabili solo su base volontaria e gratuita. Una beffa nella beffa che rende l’emendamento non solo pericoloso ma anche inutile in termini di risorse investite contro la violenza.

Oggi (sabato) Marisa Nicchi (Sel) presenterà un emendamento che chiederà di abrogare l’emendamento Giuliani. In aula Locatelli – e forse non solo lei – lo sottoscriverà proponendo di ripartire da zero e richiamando la necessità di collaborare con tutte le associazioni che si occupano di violenza e che hanno in materia una visuale completa frutto di anni di esperienza.

 

Questo il testo che leggerà in aula Pia Locatelli:

«Chiedo di sottoscrivere l’ emendamento Nicchi e ne vorrei spiegare la ragione, per evitare di essere fraintesa.

Per la prima volta in questa legislatura abbiamo cercato di avviare sulla legge di stabilità un’azione trasversale relativamente a tematiche che riguardano in particolare le donne e l’uguaglianza tra uomini e donne. Ci siamo riuscite su molti argomenti, ma non su questo, che riguarda la tutela delle vittime di violenza.

Non entro nel merito, è chiaro che tra noi abbiamo opinioni diverse, che abbiamo tentato di avvicinare ma, bisogna dirlo, non siamo riuscite a trovare una sintesi che trovasse tutte d’accordo.

Ma non è tanto questo il problema che mi provoca disagio. La ragione che mi induce a sottoscrivere questo emendamento – che chiede di cancellare i commi 451bis e ter, istitutivi del “percorso tutela delle vittime di violenza” che pure sono migliorati rispetto al testo originale, a conferma degli sforzi che abbiamo fatto – è che abbiamo perso la relazione con le associazioni che di questi temi si occupano. Loro si sono sentite tradite, e ne sono dispiaciuta.

Vorrei ristabilire un ponte con loro, e mi chiedo se fare “tabula rasa”, non per dare ragione alle une o alle altre, associazioni comprese, ma per ripartire a confrontarci tra di noi e con loro, non possa aiutare la costruzione di una soluzione positiva per una migliore definizione delle linee guida. Lo chiedo anche alla luce dei due emendamenti del governo n°1.4017 e 1.4018».

C’è da augurarsi che tra tante iniziative e contro-iniziative queste parlamentari si ricordino di chiedere a gran voce una ministra delle Pari opportunità.

 

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