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Commissione Pari opportunità: Politica assente ma noi non molliamo

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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27/11/2016 - Commissione Pari opportunità: Politica assente ma noi non molliamo

Campobasso.Contrastare la violenza, e non solo quella contro le donne, è un dovere di tutti. Con queste parole la giornalista Pina Petta, in qualità di moderatrice, ha aperto ieri mattina alla ex Gil levento organizzato dalla Commissione regionale per la Parità e le Pari opportunità in occasione della Giornata mondiale per il contrasto alla violenza di genere dal titolo DONNE: Dove Osiamo Noi Nessuna Esclusa.

La mattinata, ricca di interventi qualificati per le scolaresche, ha registrato in particolare linterazione tra gli studenti e Fabrizio Perrone, ingegnere informatico dellArma dei carabinieri, al quale sono state rivolte numerose domande sulla gestione della reputazione virtuale e sui reati che possono essere commessi, a volte inconsapevolmente, usando internet.

Il pomeriggio si è invece aperto con una nota polemica della presidente della Commissione, Gabriella Faccone, che non individuando in sala alcun esponente politico, ha affermato: Mi spiace che in sala non ci sia un consigliere regionale e, soprattutto, una consigliera. Lassenza della politica ci fa mostrare il fianco scoperto per essere colpito. Trovo che anche questa possa essere considerata una violenza. Però noi non molliamo andiamo avanti con una prospettiva che si basa su tre parole chiave: consapevolezza, cultura e parole. Perché le parole formano i pensieri e ai pensieri seguono le azioni.

Molto dura in merito anche la Consigliera regionale di Parità e Pari opportunità Giuditta Lembo: Dispiace che la politica non presti attenzione ai nostri allarmi perché noi, istituzionalmente, siamo le sentinelle del territorio. Siamo noi che, ricevuti gli stimoli dalla realtà possiamo rappresentare la cartina al tornasole. Laugurio resta sempre quello di una collaborazione fattiva nella battaglia. La mancanza di attenzione da parte della istituzioni ha detto la ginecologa del consultorio di Campobasso Ignazia Roccu non mi meraviglia. Quando sono venuta in Molise, sedici anni fa, i politici mi dicevano che questa regione era unisola felice. Solo nel primo anno di lavoro mi sono capitati casi di dieci ragazzini abusati. La relatrice è quindi passata ad illustrare le storie di violenza su cui si è trovata ad intervenire nello svolgimento della sua professione. Come quella di Ludovica che dopo 11 gravidanze, tra cui cinque interrotte volontariamente e un aborto indotto dalle botte dellex marito, ha voluto un figlio dal nuovo compagno perché gli altri non erano figli dellamore. O la storia di Giulia, vittima di uno stupro di gruppo, abbandonata dalla famiglia perché bisessuale. O ancora la storia di Chiara, una bimba di nove anni che non parlava pi dopo gli abusi di uno zio subiti in cameretta mentre la famiglia era in salotto durante una festa di compleanno. Perché violare non significa solo entrare in un corpo ma anche nellanima. Brevi saluti sono quindi stati fatti dal sindaco Battista e dal consigliere regionale Niro.

La seconda relazione è stata affidata allavvocato Elena De Oto che ha fatto una carrellata delle leggi a tutela della donna e della parità a partire dagli anni 30 del secolo scorso. Non possiamo negare ha sottolineato che ci siano state grosse evoluzioni. Ma non basta. Bisogna fare ancora molto. E poi ha aggiunto: Se ho deciso di dedicare la mia carriera al diritto discriminatorio è perché tanti anni fa sono stata io stessa discriminata. La relazione conclusiva della wister Annamaria Arcese è stata tutta incentrata sulle molestie sessuali sul lavoro nel confronto con gli Stati Uniti dAmerica. In California ha affermato quando si entra in unazienda, entro i primi sei mesi, devi fare un corso di formazione per difenderti dalle molestie. Il problema è prima di tutto socio-culturale. A me sono capitate tante molestie e, in un caso, ho dovuto chiedere il trasferimento obbligandomi a fare la pendolare Roma-Torino per due anni.

Il pomeriggio si è concluso con il monologo Ti amo da morirNe scritto, interpretato e diretto da Mena Vasellino. Un pugno nello stomaco.

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