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La Commissione pari opportunità resta dov'è, respinto il ddl di Borga

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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Oggi è stato discusso in consiglio il disegno di legge n. 121/XV, “Modificazioni della legge provinciale sulle pari opportunità 2012: incardinamento della commissione per le pari opportunità presso la Giunta provinciale”, proposto dai consiglieri Borga, Civettini e Cia.

Nell’illustrare le finalità del documento, il consigliere Rodolfo Borga ha chiarito che la proposta è quella di tornare all’originario incardinamento della commissione provinciale pari opportunità tra donna e uomo presso la Giunta anziché presso il Consiglio.

“In astratto questo organismo potrebbe essere utile”, ha aggiunto, “però non lo è così come sta operando in Trentino”. L’organismo potrebbe svolgere un ruolo positivo se incardinata presso la Giunta e dotata di maggiori risorse umane e finanziarie.

Si pensi che i 48 mila euro di budget di spesa destinati all’attività sono per oltre la metà destinati a compensi delle componenti e la rimanente parte si riduce a poche povere iniziative e attività poco significative –come mostre, segnalibri, cataloghi, spettacoli teatrali o conferenze.

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Borga nell’elencare come vengono spese le risorse economiche è tornato sulla questione Burkini che aveva fatto scalpore.

«La commissione dovrebbe fare qualcosa di più concreto e a tal fine,per dare un senso alla propria attività  – ha spiegato Borga –  dovrebbe essere aiutata sotto il profilo delle risorse umane e finanziarie: ecco perché sarebbe opportuno liberare il Consiglio provinciale da questo organismo e ricondurla come in molte regioni d’Italia presso la Giunta individuando un responsabile politico a cui dovrebbe rispondere perché attualmente c’è un’impostazione ideologica che va rimossa.

Vi invito a valutare, sulla scorta delle mie osservazioni, se la commissione non avrebbe da guadagnare a tornare sotto la responsabilità della Giunta provinciale, ha concluso rivolto ai colleghi».

«Condivido con il collega Borga la preoccupazione autentica – ha replicato Sara Ferrari  – e mi sono quindi chiesta se una scelta politica molto chiara ed esplicita che ha assegnato alla commissione un ruolo autonomo ed indipendente rispetto alla Giunta sia stata la scelta migliore».

Le conclusioni a cui è arrivata l’assessora competente è stata affermativa: La commissione provinciale pari opportunità, infatti, in coerenza con il mandato e le finalità imposte dalla legge «promuove iniziative, esprime pareri, fornisce consulenza, monitora e controlla la situazione delle pari opportunità e l’andamento delle politiche di genere, svolge il ruolo di coordinamento tra i soggetti interessati, promuove incontri, seminari, convegni, conferenze ed iniziative atte ad approfondire le questioni di genere: questa Commissione che risponde a chi l’ha eletta e nominata e alla legge che deve rispettare deve ad avviso dell’assessora assumersi la responsabilità degli obblighi di mandato previsti dalla legge di riferimento ed è giustamente autonoma e collocata presso il Consiglio provinciale».

Il consigliere Walter Viola (Progetto Trentino) ha ricordato la genesi storica dello spostamento della collocazione della commissione: nel 2012 l’allora assessore Beltrami prese questa decisione a causa dei “poco chiari rapporti tra la commissione e la Giunta provinciale”.

«Ora ci si viene a dire che il problema è quello dell’indipendenza politica, che sarebbe come dire che la Giunta non è in grado di garantire l’indipendenza e la libertà politica. Che un assessore non sia in grado di garantire la libertà degli organismi è un fatto gravissimo: questa è un’ammissione durissima, ha aggiunto. In questo senso occorrerebbe un po’ interrogarsi, ha concluso, perché significherebbe che c’è un deficit di democrazia e libertà in Provincia. Ma dal momento che non penso sia cos’, sarebbe certamente più opportuno tornare alla storica collocazione dell’organismo» – ha concluso Viola

Nella replica Rodolfo Borga ha dato lettura dell’elenco delle iniziative realizzate nel 2016 ed ha chiarito che quello che sta facendo la commissione pari opportunità lo può fare semplicemente e in poco tempo un funzionario provinciale: «la commissione pari opportunità dovrebbe fare ben altro che segnalibri, tappi per il latte e spettacoli teatrali  ha concluso –  e a tal fine dovrebbe avere la struttura e le risorse umane ed economiche di cui attualmente non dispone».

Il disegno di legge, composto da quattro articoli, è stato respinto.

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