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Bologna, l'assessora alle pari opportunità: "L'8 marzo sciopero anch'io, ho avvisato il sindaco"

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

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"Mercoledì non lavoro, non andrò in Comune e non farò l’avvocata: l’ho già detto al sindaco. Altrimenti che mi hanno messa qui a fare?». Anche l’assessora alle Pari opportunità Susanna Zaccaria aderirà allo sciopero delle donne l’8 marzo. Uno sciopero che non sarà solo dal lavoro, ma anche dalle attività di cura, produttive e riproduttive. «Spero in una grande adesione», sostiene l’assessora, avvocata ex presidente della Casa delle donne.

Assessore, perché aderisce?«Condivido gli otto punti del programma: è un’iniziativa mondiale e mi fa piacere dare risalto a un movimento vivace come lo è “Non Una di Meno”, partito anche da Bologna e davvero molto partecipato».

Ma se mercoledì scioperano le maestre, il problema non ricade su altre donne, le mamme, spesso precarie e che non possono permettersi di aderire? O che magari preferiscono non scioperare perché il loro stipendio vale meno del corrispettivo dei loro compagni?«Questo è vero, ed è un problema. Lo sciopero è una dichiarazione di principio, poi c’è la vita vera, per cui so benissimo che molte donne non potranno permettersi di perdere i settanta/ ottanta euro della loro giornata lavorativa. E non si tratta certo di abbandonare dei bimbi fuori da scuola o degli anziani per strada».

Di cosa si tratta, allora?«La condizione generale delle donne è migliorata, ma la gran parte del lavoro di cura ricade ancora su di loro. Lo sciopero può essere l’occasione per dire “oggi tocca a te”, a quei mariti che storcono il naso ogni volta che devono andare a prendere il figlio a scuola . Lo slogan dice: incrociamo le braccia su tutto quello che dobbiamo fare secondo il mondo esterno. Ma va tutto declinato senza estremismi, secondo me, è il motivo per cui si può aderire anche andando a lavorare vestite di nero con un gadget fucsia».

Lei come aderirà?«Io andrò in piazza, non mi presenterò in Comune e non farò l’avvocata. Non ho figli ma ho mia mamma, che è anziana: se ha bisogno di qualcosa cercherò di farlo il nove marzo».

E’ d’accordo con l’astensione dall’attività riproduttiva?«Questa non l’ho capita tanto neanche io. Il ragionamento è: ci asteniamo da tutte quelle cose che ci vengono attribuite per forza. Ma su questo punto non so se aderirò, dipende».

Nel manifesto si annunciano varie cose: quanto c’entra la violenza sessuale con la precarietà?«Quando si parla di donne si parla di tutti questi piani insieme: sono le condizioni che le mantengono in una condizione subalterna all’uomo. La violenza accade perché c’è una cultura che la legittima».

Ma lei non pensa che da questa condizione si esca solo insieme, uomini e donne?«Spero che sia arrivato il momento per un coinvolgimento attivo degli uomini nella lotta le donne. Ed è vero che, idealmente, sarebbe meglio pensare all’individuo, senza categorie, ma c’è ancora molta strada da fare. Ci sono ancora troppe disuguaglianze».

Crede ci saranno disagi mercoledì?«Non auspico disagi, ma ho ben chiaro cosa

significhi uno sciopero. Spero ci sia una grande adesione, in tutte le forme possibili. Non ne posso più di leggere tutti i giorni notizie sui femminicidi ».

Un assessore non risponde a tutto questo anche con politiche istituzionali?«Non credo di andare contro il mio ruolo, scioperando. Lotto per le donne nelle istituzioni, cercando di promuovere politiche di welfare e di lavoro adatte ai loro bisogni, e lotto per loro andando in piazza

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