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Ladispoli, immigrati e quote rosa: ecco i dati della pari opportunità verso le elezioni comunali 2017 - Terzo Binario News

Scritto da Google News. Postato in Pari Opportunità

di Fabio Paparella

imageLadispoli, per utilizzare la parole usate nel 1984 da Aldo Ercoli nel volume “Ladispoli centenaria”, è da sempre un “crogiolo di razze”. Oggi diremmo un “crogiolo di etnie”, ma al di là dell’espressione verbale, resta il fatto che, già a cavallo fra anni 70 e 80 si potevano contare circa cinquemila abitanti provenienti da altre nazioni e, in particolare, si registrava una presenza massiccia di russi, ebrei e nord-americani. Soltanto dopo iniziarono ad affluire persone dall’Africa – soprattutto Nigeria, Congo e Senegal – e dai paesi arabi. Negli anni 80 giunsero anche molti nuovi abitanti dal Sud America – da Cile, Brasile e Bolivia – nonché profughi che scappavano dall’Asia. Poi dalla fine degli anni 80 c’è stata la grande migrazione dall’est europa, dalla Polonia prima, e soprattutto dalla Romania in seguito. La maggiore accessibilità economica al mercato delle abitazioni rispetto alla capitale ha spinto verso il territorio di Ladispoli non soltanto i romani, ma anche chi veniva da molto più lontano dell’Aurelia. All’inizio di quest’anno, secondo i dati forniti dalla Segreteria generale del comune, vi erano a Ladispoli 7704 cittadini stranieri su un totale di 42506 abitanti. L’incidenza della popolazione straniera sull’insieme dei residenti è perciò di oltre il 18%, riconfermando l’essenza di Ladispoli come laboratorio permanente di multiculturalità e integrazione. 

 Secondo il piano di Zona del 2014 a Ladispoli ci sono 4620 romeni, 826 polacchi, 260 indiani, 203 bulgari, 132 senegalesi, 119 peruviani, 117 marocchini, 94 nigeriani, 75 filippini, 45 ecuadoregni, 37 brasiliani e 33 pakistani. I dati sono in continua evoluzione, motivo per cui le cifre potrebbero già essere molto diverse da allora, senza contare che qui sono riportati soltanto i dati di coloro che risultano residenti al comune. Quello che si può fare, però, è tracciare un trend che vada dal 2006 al 2017. In undici anni l’incidenza percentuale della popolazione immigrata sulla popolazione è aumentata costantemente. 

    200620072008200920102016 
   PI%PI%PI%PI%PI%PI%
  359063.9121136.6094.34411,837.9645.64214,839.3766.56016,640.2797.18217,842.5027.70418

Come si può osservare dalla tabella, si passa dall’11% nel 2006 al 18% nel 2016 (dati segreteria generale del comune di Ladispoli al 31/12/2016). A questo punto ci si è chiesti quale fosse la percentuale di immigrati di prima o seconda generazione sul totale dei candidati al consiglio comunale delle varie liste che si presentano alle amministrative dell’11 giugno. In base ad un calcolo approssimativo i candidati di nazionalità o origini non italiane sono 16 su un totale di 321 e corrispondono perciò al 5%circa del corpo elettorale passivo. Sono invece circa 5800 gli stranieri maggiori di 18 anni, superando perciò il 20% sul totale dei residenti maggiorenni. Naturalmente non tutti i residenti stranieri godono dei diritti politici di elettorato attivo, ma soltanto gli immigrati comunitari o coloro che hanno ricevuto la cittadinanza rientrano fra gli aventi diritto. Lo scarto tra la fetta di popolazione straniera in città e quella presente nelle liste elettorali rimane ampio. Eppure il 5% costituisce già un leggero miglioramento rispetto alla precedente tornata delle amministrative 2012, nella quale, sempre secondo un’analisi superficiale e priva dei connotati della scientificità, la percentuale di candidati di nazionalità o origini non italiane era minore del 4%. Un dato importante e reale nella sua interezza, che però ancora non consente di parlare di un’integrazione “politica” pienamente compiuta.  

imageDal punto di vista delle pari opportunità, evidentemente, sono le norme a dover imporre quegli scatti culturali che altrimenti sarebbero molto più lenti a prodursi. E’ già molto criticata la legge 23 novembre 2012, n. 215 volta a produrre un riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali, che per la prima volta sarà applicata alle amministrative di Ladispoli l’11 giugno. La legge ha introdotto due innovazioni: la c.d. quota di lista e la c.d. doppia preferenza di genere. Rispettivamente la prima regola prevede che nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura superiore a due terzi (con arrotondamento all’unità superiore per il genere meno rappresentato, anche in caso di cifra decimale inferiore a 0,5), mentre la seconda novità è che l’elettore potrà esprimere due preferenze (anzichè una come prima) purché riguardanti candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.  

Gli addetti ai lavori già sono pronti a scommettere che, al momento dello spoglio, emergerà un gran caos fatto di schede annullate per preferenze uomo-donna su liste diverse eccetera. Per il momento però ci limitiamo ad osservare che, soltanto grazie alla norma che obbliga a concedere alle donne almeno 1/3 della rappresentanza potenziale,  vi è stato a Ladispoli un consistente aumento di quote rosa in lista. Al di là degli otto candidati a sindaco, fra i quali Franca Asciutto è l’unica rappresentante del genere femminile, fra i 321 candidati al consiglio comunale ci sono questa volta ben 129 donne: circa il 40% del totale. Nel 2012, quando ancora la legge sul riequilibrio di genere non c’era, furono appena 88 le donne sui 315 candidati consiglieri: soltanto il 28% del campione. Eppure a Ladispoli le donne superano gli uomini di un migliaio di unità, detenendo la maggioranza assoluta del 51%, ambitissima in sede di formazione dei governi. Il dato chiaramente è demografico, vedremo l’11 giugno quale sarà, in questo senso, il dato politico. 

17 maggio 2017 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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