Iran, la felicità delle donne allo stadio per la prima volta da 40 anni...
Per la prima volta dal 1980, l'anno dopo la rivoluzione islamica del 1979, le donne iraniane hanno avuto accesso allo stadio di Tehran per assistere ad una partita di calcio. Parliamo di Iran-Spagna, incontro valido per la seconda giornata della fase a gironi del Mondiale di Russia (gruppo B), trasmessa sui maxi-schermi dello stadio Azadi, il più grande della capitale.
Il consiglio provinciale di Tehran ha preso la decisione all'ultimo minuto, mercoledì mattina, qualche ora prima del match. Settimana scorsa la squadra di Carlos Queiroz ha vinto la sua prima partita ad una Coppa del Mondo dal 1998, quando gli iraniani sconfissero i nemici politici di sempre, gli USA.
Open Stadium, un gruppo di donne iraniane che da anni si batte per la parità dei diritti anche in ambito sportivo, ha accolto la decisione positivamente. La diretta è iniziata alle 22,30 ora locale, i cancelli si sono aperti poco prima.
L'attivista e studentessa anglo-iraniana, Ghoncheh Ghavami, presente allo storico evento, è diventata una delle facce del movimento dopo essere stata arrestata per aver assistito ad una partita di pallavolo a Teheran nel 2015. È stata rilasciata un anno dopo, ma le è stato impedito di lasciare il paese per 12 mesi.
"E' stato incredibile, per la prima volta abbiamo visto lo stadio. Erano presenti 100.000 persone", ha scritto Ghavami via email a NBC News. "Lo spazio era fantastico. Anche dopo la fine della partita, la gente ha continuato a rimanere nello stadio".
Le donne non possono assistere allo stadio alle partite di calcio in Iran nonostante le promesse di cambiamento da parte delle autorità iraniane, in particolare del governo di Hassan Rouhani. Le tifose possono partecipare, negli stadi, alle partite di calcio femminile ma non a quelle maschili.
La legge è rigida solamente per quanto riguarda gli sport all'aperto, in particolare il football; per i palazzetti, invece, c'è una maggiore elasticità e l'accesso di spettatrici è generalmente permesso. L'anno scorso, le autorità hanno revocato una legge che vietava alle donne di partecipare ai tornei di pallavolo, ma non è ancora consentito loro di assistere a sport considerati tradizionalmente appannaggio maschile come basket o wrestling.
Secondo il Centro per i diritti umani iraniano, l'Iran è attualmente l'unico paese che partecipa ai mondiali di calcio del 2018 che ancora vieta alle donne di accedere agli stadi.
L'Arabia Saudita ha revocato un divieto simile all'inizio di quest'anno, parte delle riforme volute dal principe ereditario Mohammad bin Salman.
Secondo Agence France-Presse, lo stadio ha messo in vendita 10.000 biglietti per la proiezione, che sono andati subito a ruba. Alle donne è stato permesso di assistere alla partita dalla sezione "Famiglie" dello stadio, ma anche nei parchi pubblici e nelle arene del paese.
"È uno sviluppo positivo il fatto che le donne siano state finalmente lasciate libere di entrare allo stadio Azadi di Teheran oggi, dopo le proteste sia di donne che di uomini fuori dall'arena, ma resta da vedere se il divieto discriminatorio è stato definitivamente revocato", ha detto Hadi Ghaemi, direttore esecutivo del centro, in una dichiarazione rilasciata a NBC News. "Le donne iraniane rischiano l'arresto quando protestano pacificamente contro questo divieto da anni e hanno dimostrato che non torneranno indietro fino a quando non saranno trattate da pari".
Secondo le alte sfere religiose iraniane, il divieto serve a proteggere le donne contro la "mascolinità" dell'atmosfera che si respira negli stadi.
L'Iran ha perso 1-0 contro la Spagna, gol di Diego Costa, ma la cosa ha sembrato avere poca importanza.
"Queste porte finalmente si sono aperte. Le immagini della loro felicità e del loro tifo hanno sono state ampiamente condivise nel cyberspazio. Ora sarà difficile richiuderle", ha concluso Ghavami.