Tunisia, il processo ad Amina divide il paese
Comiciato giovedi’, il procedimento ai danni di Amina anima l’opinione pubblica locale. In particolare i tradizionalisti, davanti al tribunale, si associano alle accuse rivolte alla giovane attivista di Femen.
Amina è stata condannata a una multa per il possesso di spray antiaggressione e resta alla sbarra per attentato alla moralità pubblica e per aver scritto la parola “Femen” sul muro di un cimitero.
“Si tratta di tutta un’altra storia, rispetto a quanto questa gente afferma”, dice, scortata in aula, l’avvocato della giovane. “Nessuna moralità pubblica o profanazione di cimitero. E’ un’altra questione”.
A mettere Amina nei guai davanti alle autorità tunisine sono state anche le immagini di sé a seno nudo che la ragazza aveva postato sul web lo scorso marzo. Ora la 18enne, che sarà interrogata il 5 giugno, rischia fino a due anni e mezzo di prigione.
Apparsa poche volte in pubblico, Amina è stata arrestata domenica a Kairouan, nel centro della Tunisia, dove voleva contestare il raduno di un gruppo salafita. E restano in carcere anche le tre attiviste europee di Femen, che a Tunisi, davanti al ministero della giustizia, hanno inscenato mercoledi’ un’azione di protesta in favore di Amina.
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