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«Pronti alle elezioni»: da Ostia la politica preme per tornare al voto

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Il X Municipio scalpita e freme: basta sospensione della democrazia, è tempo di votare. Il 27 agosto scorso ha segnato i due anni esatti da quando Angelino Alfano, allora ministro dell’Interno, propose lo scioglimento per mafia del municipio del mare di Roma. Oltre ottocento giorni senza elezioni (più i mesi nel segno di Alfonso Sabella) e guida «a-politica» per 300mila abitanti. La commissione di prefetti coordinati da Domenico Vulpiani è stata anche prorogata rispetto ai 18 mesi previsti, di ulteriori sei che però scadono il 9 settembre. Questione di giorni e il Governo dovrà decidere se aprire la finestra elettorale per i comuni del sud sciolti per infiltrazioni, in cui rientrerebbe Ostia. La data è il 5 novembre, 50 giorni prima serve il decreto. Se l’urne-day ancora manca, la politica del X Municipio ormai scalda i motori da mesi.

La mafia e il ritorno della legalità

In una città divisa tra il risentimento dei cittadini verso una politica che «marchiato» dall’alto il territorio con la parola mafia e le preoccupazioni di chi spera che il ripristino della legalità non si fermi. Le inchieste su Ostia hanno svelato il potere dei clan sul litorale, ma le sentenze non hanno restituito chiarezza sul radicamento delle mafie stesse. Nei programmi elettorali la parola chiave pare ripetersi: «Legalità». Col voto a novembre sarà una campagna elettorale sprint eppure già lunga due anni. In corsa un prete, molte donne, politici di lungo corso e new entry.

I favoriti grilli al test balneare

Partiamo dai favoriti. Difficile che i grillini possano ripetere l’exploit di un anno fa con il 76% di voti per Virginia Raggi: il consenso sembra calato per il M5S anche sul mare, vuoi per le vicende capitoline, un po’ per l’appoggio offerto al lavoro dei prefetti. Una batosta su Ostia sarebbe gravissima. «I risultati della collaborazione con la commissione e la sindaca si stanno vedendo e i cittadini lo sanno – ne è convinto Paolo Ferrara, capogruppo 5 Stelle in Campidoglio e prima ancora proprio nel X –. Dalle strade alle spiagge al dissesto idrogeologico, stiamo cambiando molte cose». La candidata è decisa, Giuliana Di Pillo, da delegata della Raggi sul lido punta alla presidenza. «La gente sa che non si potevano cancellare vent’anni di mala-politica in un anno – aggiunge Ferrara all’inizio critico sullo scioglimento deciso dal Pd e poi al fianco dei commissari –. Andava sciolto il Comune, l’ho detto, ma era importante lavorare per la legalità».

La rincorsa dem nella sinistra spaccata

Dopo il terremoto che lo ha travolto il Pd punta sul civismo. I dem nel X pagano uno scotto pesantissimo: l’unico minisindaco coinvolto in Mafia Capitale, Andrea Tassone, ma anche il tentativo di cavalcare l’onda della legalità che non sempre ha pagato. «Con le forse del centrosinistra, Mdp e Insieme, ma anche con le realtà del territorio, stiamo costruendo un percorso condiviso da cui emergerà il candidato», spiega Flavio De Santis, segretario locale Pd, un partito «rinnovato, che ha compiuto un lavoro di autocoscienza da cui è uscita anche una nuova classe dirigente». C’è già chi ha detto no alla grande coalizione del centrosinistra: «Vogliamo costruire a sinistra un profilo politico alternativo al Pd», è chiaro Marco Possanzini da Sinistra Italiana, «per coerenza non scendiamo a patti, sui nomi decideranno i compagni». In prima fila Maurizio Carrozzi, Eugenio Bellomo e Elisabetta Canitano, politici di lungo corso i primi, dottoressa impegnata a difesa dei diritti delle donne la terza.

Sfide al femminile a destra

Se a sinistra la coesione sembra mancare, il centrodestra è unito, almeno nel cammino. Fratelli d’Italia e Forza Italia andranno a braccetto alle urne, supportate da Noi con Salvini, e la sfida è al femminile. «Lavoriamo a un programma condiviso, il dialogo con i cittadini non si è mai interrotto, ma ora devono farci votare altrimenti scendiamo in piazza!», sottolinea Monica Picca da FdI che è in lizza con Maria Cristina Masi. «Abbiamo voluto puntare su una figura politica, – spiega l’esponente di Fi, riferendosi al candidato civico di un anno fa, Marchini – politica nel senso migliore del termine. Questo territorio è stato a lungo abbandonato, serve ricostruire il tessuto sociale ed economico». Alla loro destra poi c’è l’incognita Casapound: boom di voti alle ultime elezioni rispetto agli altri municipi e forte presenza sul litorale. E infine l’«outsider», il prete degli ultimi Don Franco De Donno pronto persino a lasciare «i voti» per spendersi in prima persona nella politica di Ostia. (1-Continua)

29 agosto 2017 | 08:46

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