A Napoli conferenza Kimiyya, donne promotrici dialogo in Med - Politica

ROMA - Le donne sono i principali 'promotori' di rapporti tra le società civili: sostenendo la loro formazione, istruzione e accesso alle tecnologie digitali vuol dire favorire il dialogo interculturale nella regione euro mediterranea e contribuire ad affrontare le cause del conflitto e dei fenomeni migratori. E' il presupposto da cui parte la Conferenza internazionale Kimiyya, le Donne promotrici di dialogo, che si svolge a Napoli il 12 e 13 settembre su iniziativa della Fondazione Mediterraneo e della Fondazione euro-mediterranea Anna Lindh Foundation (Alf). Vi partecipano 12 network nazionali dell'Alf, da Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Spagna, Italia, Francia, Italia, Malta, Mauritania, Repubblica Ceca, Lituania, Slovenia e Tunisia. Al centro del dibattito le donne in rapporto ai nodi delle migrazioni, della democrazia, dell'economia, della creatività, delle tradizioni, dei diritti, dell'istruzione e della pace. Kimiyya, parola presa dalle antiche lingue del Mediterraneo (aramaico, greco, arabo) significa 'mettere insieme', 'incontrare', 'condividere', 'mescolare'.Contestualmente agli stravolgimenti ed alle trasformazioni in atto nel sud del Mediterraneo in questi ultimi anni, si registrano purtroppo - osserva fra l'altro in una nota la presidente del comitato di coordinamento del progetto Kimiyya Ester Fouchier - "un aumento dei tentativi di esclusione e discriminazione ai danni delle donne" come delle violazioni dei loro diritti da parte di gruppi estremisti. Ma questi stessi cambiamenti, aggiunge, possono anche essere un'opportunità in termini di democratizzazione nei Paesi retti da regimi autoritari e di riconoscimento dei diritti delle donne e del loro ruolo nelle società.