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Aborto, in provincia “l’obiezione di coscienza al 95%”. Miglietta: “Garantire diritti delle donne”

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

LECCE – “Circa il 95% dei medici sono obiettori” a Lecce e in provincia.

Un dato allarmante, diffuso, in occasione della Giornata di Azione Internazionale per l’aborto sicuro che si celebra domani, 27 settembre, in tutto il mondo, dall’assessore al Comune di Lecce Silvia Miglietta e dall’associazione Casa delle Donne.

E proprio quest’ultima promuove, all’ingresso dell’Ospedale “V. Fazzi”, un presidio e un volantinaggio per ricordare, a quanti lo avessero dimenticato, che le donne hanno il diritto di autodeterminarsi e di sottoporsi alla procedura di aborto in maniera legale e sicura.

L’interruzione volontaria di gravidanza, incredibile a dirsi, nel 2017 è ancora un tabù in Italia nonostante sia regolata dalla legge: se ne parla poco e se ne scrive poco. In compenso si colpevolizza ancora molto la donna che vi si sottopone. In ogni caso, avere a disposizione un medico non obiettore è già da considerarsi una fortuna.

image “Domani le donne di tutto il mondo – dichiara Silvia Miglietta, assessore alle Pari Opportunità e Programmazione e Gestione dei Servizi Sanitari del Comune di Lecce – chiedono che venga riconosciuta in tutti i Paesi del mondo la libertà di scelta delle donne e che l’aborto sia ovunque libero, sicuro e depenalizzato. I dati sull’obiezione di coscienza nel nostro Paese sono allarmanti e lo sono ancora di più quelli relativi alla nostra città e alla nostra provincia, in cui circa il 95% dei medici sono obiettori, a fronte del 70% della media nazionale, nonostante per legge ogni ospedale dovrebbe garantire questo servizio”.

“Tutto ciò – sottolinea l’assessore Miglietta – riguarda ciascuna di noi, perché ha a che fare con i nostri diritti e la nostra libertà di scelta. Ogni donna deve poter interrompere, per motivi differenti, la propria gravidanza e deve poterlo fare in condizioni dignitose, sicure e senza dover ricorrere a pratiche pericolose, umilianti e dolorose in luoghi di fortuna. Non è sufficiente dunque costruire diritti attraverso le leggi, occorre anche che questi diritti siano effettivamente garantiti e tutelati”.

Commenta la Casa Delle Donne: “In Italia, seppur formalmente garantito dalla legge 194, l’aborto è nei fatti progressivamente negato. L’obiezione di coscienza ha raggiunto livelli non più accettabili con una percentuale del 70% di medici obiettori nella media nazionale. Attualmente, secondo i dati ufficiali ASL, nella provincia di Lecce l’obiezione di coscienza è pari al 95%: sono solo tre i medici non obiettori. A Lecce, su 21 ginecologi e ginecologhe, solo 2 praticano l’interruzione volontaria di gravidanza. Per questo, nel Salento è estremamente complicato per una donna avere accesso all’IVG a causa non solo delle procedure lunghe e inutilmente complesse ma soprattutto dell’assenza di personale non obiettore”.

Interviene anche Fp Cgil, con una dura nota: “A 39 anni dal varo della Legge 194/78, progressivamente svuotata nel corso degli anni, al punto di snaturarne il senso, siamo ancora nella condizione di doverne rivendicare la piena applicazione e a chiedere misure di contrasto all’uso massiccio dell’obiezione di coscienza. Certificata anche dall’ultima Relazione del ministero della Salute, che l’ha quantificata  al 70,7%. Con punte, in alcune regioni, del 90%”.

Così, nella Giornata mondiale per l’accesso all’aborto sicuro e legale, il sindacato di categoria Funzione Pubblica Cgil della provincia di Lecce ha indetto un’assemblea per il personale di del Distretto sanitario Asl di Nardò, indirizzata in particolare agli operatori dei Consultori di Nardò, Copertino, Leverano, Galatone, ma rivolta anche a tutti gli operatori del Distretto, e a quanti sono interessati, allo scopo di confrontarsi sul tema della piena applicazione della Legge 194. L’assemblea sindacale si terrà il 28 settembre dalle 11.30 alle 14. Analoghe assemblee si terranno, nella stessa giornata, su tutto il territorio nazionale.

“Anche i consultori familiari sono in preoccupante diminuzione e lottano con una cronica carenza di organico che ne limita gli interventi e ne vanifica spesso lo spirito”, spiegano dalla Funzione Pubblica Cgil. Il sindacato rivendica la libertà, per le donne, “di scegliere e di decidere”.

Fp Cgil chiede al Governo di impegnarsi “nella realizzazione di un monitoraggio della domanda ‘non esaudita’; nel conferimento nelle strutture ospedaliere di responsabilità dirigenziali a chi garantisce l’applicazione della legge e presenza adeguata di personale non obiettore; a intervenire sui cattedratici cattolici che rifiutano di includere l’Ivg nella formazione dei giovani medici; nel restituire pieno ruolo ai consultori familiari con personale adeguato e beni strumentali”.

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