Donne saudite al volante? Buona notizia ma rischio che l'annuncio diventi una copertura
Un paio di anni fa ho intervistato una attivista femminista Saudita su Al Jazeera. Era il 2015, e le donne avevano appena votato per la prima volta nelle elezioni municipali. Indubbiamente un passo avanti, ma quando le ho detto che comunque i passi da fare erano tanti, visto che le donne saudite ancora non potevano neanche guidare, lei mi ha risposto: "In Occidente tutti sono ossessionati dal fatto che le donne in Arabia Saudita non possano guidare. Ma i nostri problemi sono anche altri".
Questa frase mi è rimasta impressa. Lei aveva ragione, ma non è sorprendente che il rifiuto della patente ci colpisca. Il divieto alla guida per le donne saudita era unico al mondo nella sua severità , visto che nessun altro paese lo impone. Guidare è una cosa così banale che vietarla ci sembra assurdo, anche se in effetti è una maniera molto efficace per limitare la libertà delle donne. E lo rimarrà, visto che su Twitter molti Sauditi hanno dichiarato che non permetteranno alle donne della loro famiglia di guidare, che sia legale o no. E alla fine, le donne Saudite continueranno ad avere bisogno del permesso di un parente maschio se vogliono guidare.
Fuori dal Regno Saudita, l'annuncio è stato universalmente accolto con giubilo, sopratutto dai paesi occidentali che sperano in una apertura culturale del loro alleato. Non è un caso che l'annuncio sia stato fatto simultaneamente in Arabia Saudita e a Washington. Riyadh sta cercando di ammorbidire la propria immagine internazionale con immagini di donne al volante.
Ma c'è il rischio che l'annuncio diventi una copertura. Per quanto questa sia sicuramente una buona notizia, tornando all'inizio di questo blog, i problemi delle donne saudite sono anche altri. Per viaggiare, o anche solo uscire di casa, devono chiedere permesso al loro tutore legale, cioè il marito, padre o fratello. Non hanno il diritto all'affidamento dei loro figli se questi hanno più di sette anni. E non hanno vera libertà di espressione. Le critiche di donne su questioni femminili sono spesso tollerate. Quelle sulle violazioni dei diritti umani verso entrambi i sessi, no.
L'enorme discriminazione verso le donne in Arabia Saudita, per quanto oscena, rischi di offuscare la discriminazione verso altre minoranze e la repressione generale verso i diritti umani e la libertà di espressione. Il Regno sta cercando di modernizzarsi, anche per ragioni economiche: Il basso valore del petrolio rende tante sovvenzioni dello stato saudita insostenibili. Una popolazione giovane (si stima che il 70% dei 32 milioni Sauditi abbia meno di 30 anni) sarebbe aperta a cambiamenti. Ma la modernizzare in questo momento sta avvenendo in maniera selettiva. E intanto continuano gli arresti, la repressione e spesso le esecuzioni di chiunque si opponga al regime. Amnesty International segnala che quest'anno ci sono state 47 esecuzioni in Arabia Saudita, per lo più decapitazioni, a volte anche di minorenni.
I diritti delle donne sono prima di tutto diritti umani. È giusto celebrare i passi avanti per le donne continuando però a notare e condannare la repressione delle libertà per entrambi i generi.
Suggerisci una correzione