Lillo e Pasotti presentano Nove Lune e mezza
pubblicato 59 minuti fa
Livia (Claudia Gerini) e Tina (Michela Andreozzi) sono sorelle, ma non potrebbero essere più diverse: la prima ha un’anima rock, ribelle, e non vuole avere figli, la seconda è un vigile urbano, ligia alle regole e desiderosa di maternità. Quando Tina scopre di non poter avere figli, Livia decide di portare avanti la gravidanza al posto suo.
Esordio alla regia per Michela Andreozzi, Nove Lune e mezza, nelle sale italiane dal 12 ottobre, parla di maternità, utero in affitto, diritti delle donne e delle coppie gay con leggerezza, affrontando argomenti molto discussi senza giudicare o dare soluzioni, ma mettendosi accanto alle persone che vivono questi problemi sulla propria pelle.
Abbiamo intervistato a Roma la regista e i suoi protagonisti maschili, Giorgio Pasotti e Lillo Petrolo, che hanno commentato il fenomeno delle Pancine, quei gruppi di mamme che si scambiano informazioni e commenti sulla gravidanza sui social, che tanto stanno facendo parlare di sé. I protagonisti del film sono stati anche ospiti a Pinocchio (guarda la diretta Facebook).
Michela Andreozzi, Giorgio Pasotti e Lillo commentano le Pancine
Portate alla ribalta da Il signor distruggere, pagina di Facebook in cui sono raccolti i commenti migliori, le “mamme Pancine” stanno dando scalpore con i loro gesti e le loro convinzioni: alcune arrivano perfino ad appendere la placenta alla porta di casa. E poi si stupiscono se il portiere chiede loro di toglierla. Michela Andreozzi, Giorgio Pasotti e Lillo Petrolo hanno commentato il fenomeno per noi.
Raccontare le donne di oggi
Nello scrivere e dirigere il suo primo film, Andreozzi voleva parlare delle donne di oggi e di come parlare di maternità e diritti sia ancora difficile: “Il diverso ci fa paura, fa paura a tutti. Cento anni fa facevano paura i neri, cinquanta anni fa il voto alle donne, così faceva paura l’interruzione di gravidanza. Tutta una serie di cose che poi sono state tutelate a livello di legge, ma che in passato sembravano lontane da noi. Tutto quello che è diverso dal nostro modo di pensare ci fa paura: tranne quando ci tocca molto da vicino. Questo perché siamo fragili e abbiamo bisogno di passare attraverso l’esperienza personale. Questo film non dà soluzioni, ma pone una domanda: fino a che punto è lecito spingersi in là per amore?”.
(foto: Vision Distribution)