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Breve guida alle elezioni in Austria

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

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Oggi si svolgeranno in Austria le elezioni legislative per il rinnovo del Nationalrat, la camera bassa del parlamento che dispone dei maggiori poteri legislativi (l’altra camera è il Bundesrat e rappresenta i nove stati federati dell’Austria). Quelle di domenica saranno elezioni anticipate, dopo che lo scorso maggio è entrata in crisi la coalizione al governo formata dai socialdemocratici della SPÖ (centrosinistra) e dai popolari democristiani dell’ÖVP (centrodestra). Il favorito per l’elezione a cancelliere, secondo tutti i sondaggi, è l’attuale ministro degli Esteri Sebastian Kurz, del partito popolare: ha 31 anni e durante la campagna elettorale si è molto avvicinato alle posizioni dell’estrema destra della FPÖ, il partito che fu un tempo di Jörg Haider. Insieme potrebbero formare il nuovo governo.

È ora di conoscere Sebastian Kurz

Cos’è successo fino a quiLa legislatura avrebbe avuto il suo termine naturale nel 2018. Alle elezioni federali del settembre 2008, la SPÖ si era confermata primo partito alla camera bassa del Parlamento, Werner Faymann era diventato cancelliere e aveva formato un governo di coalizione con la ÖVP. Nel 2015, con la cosiddetta crisi dei migranti, aveva cominciato a rafforzarsi sempre di più il partito FPÖ, contrario a qualsiasi nuovo ingresso di rifugiati. Nel 2016 c’erano state infine le elezioni presidenziali: SPÖ e ÖVP – che riuscivano dal 1957 a eleggere un loro candidato – erano entrambi rimasti esclusi dal ballottaggio. Ai primi due posti erano arrivati Alexander Van der Bellen (indipendente sostenuto dai Verdi che poi è stato eletto) e Norbert Hofer (di FPÖ). Il risultato del primo turno aveva avuto come prima conseguenza le dimissioni del cancelliere Werner Faymannn, che era stato sostituito per pochi giorni dal suo vice Reinhold Mitterlehner, presidente di ÖVP, e poi dal socialdemocratico Christian Kern.

Lo scorso maggio la crisi vera era cominciata quando Reinhold Mitterlehner si era dimesso da leader dei popolari democristiani, dicendo che non era più in grado di fermare i litigi tra i ministri del suo partito. Il nuovo leader è diventato l’attuale ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz. Questa situazione ha portato alla caduta del governo, e quindi a nuove elezioni fissate per ottobre.

I candidatiI candidati alla carica di cancelliere sono dieci, ma il favorito è Sebastian Kurz (ÖVP): è nato il 27 agosto del 1986 a Vienna, si è iscritto a Giurisprudenza ma non si è laureato e nel 2009 è diventato capo della sezione giovanile del suo partito. Nel 2011, a 25 anni, è stato nominato sottosegretario agli Interni con delega all’Integrazione, poi ministro degli Esteri a 28 anni e infine è diventato il leader dei popolari (questa sua carriera così rapida e le sue importanti nomine sono state molto criticate, vista la giovane età e il suo basso grado di scolarizzazione). Se venisse eletto potrebbe diventare il più giovane capo di governo nella storia d’Europa e il leader mondiale più giovane al mondo.

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(Un manifesto elettorale di Sebastian Kurz, Saalfelden, Austria, 6 ottobre 2017 – Andreas Gebert/Getty Images)

Sotto la guida di Kurz il partito popolare è cambiato notevolmente. Alle elezioni non si presenta con la sua sigla, ma con il nome del suo candidato (Liste Sebastian Kurz – Die neue Volkspartei), il colore simbolo del partito è passato dal nero al turchese e a sostenerlo ci sono testimonial poco politici, ma molto celebri (tipo l’ex miss Austria e alcuni sportivi come l’ex campione di Formula Uno Niki Lauda). Kurz è molto attivo sui social e posta video in cui scala una montagna a mani nude e, arrivato in cima, guarda il suo paese e dice cose come “La nostra è la terra più bella del mondo e dobbiamo riportarla in vetta”. Kurz ha condotto una campagna elettorale basata sul rinnovamento cercando però di guadagnare voti a destra sottraendoli al Partito della Libertà (FPÖ): la questione delle migrazioni è stata uno dei temi principali della campagna elettorale.

L’Austria è uno tra i paesi d’Europa in cui sono state presentate più richieste di asilo e in cui l’8 per cento della popolazione è musulmana (una percentuale piuttosto alta). I dati dicono anche che un terzo degli austriaci non vorrebbe avere un musulmano come suo vicino di casa e negli ultimi anni è infatti cresciuto il sostegno ai movimenti e ai partiti xenofobi. Anche i partiti che hanno tradizioni ben lontane da questa retorica hanno però progressivamente adattato i loro discorsi alla generale diffidenza e al crescente populismo di destra.

Kurz ha sostenuto e fatto approvare una legge in vigore dal primo ottobre che vieta il burqa (la «Legge contro la copertura del volto»), fa riferimento a delle «società parallele» che starebbero emergendo nel paese e durante una visita a Malta come ministro degli Esteri ha criticato apertamente la «follia delle ong» che favorirebbero i trafficanti di migranti. Ha chiesto poi la chiusura della rotta del Mediterraneo, minacciando anche di bloccare il Brennero, e nel febbraio del 2016 è stato l’organizzatore di un incontro a Vienna tra i ministri degli Esteri e degli Interni di Slovenia e altri 8 paesi balcanici per discutere una strategia comune sulla cosiddetta “rotta balcanica” dal Medio Oriente verso l’Europa occidentale. Al termine della conferenza i dieci paesi avevano diffuso un documento congiunto in cui si erano accordati per inasprire i propri controlli alle frontiere con l’obiettivo di ridurre gli arrivi. La Grecia, che non era stata invitata all’incontro, aveva richiamato il proprio ambasciatore in Austria.

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(Heinz-Christian Strache che beve birra durante un comizio, Saalfelden, Austria, 6 ottobre 2017 – Andreas Gebert/Getty Images)

FPÖ è il Partito della Libertà (Freiheitliche Partei Österreich) e si presenta alle elezioni con il suo storico leader Heinz-Christian Strache, che era in testa ai sondaggi fino a pochi mesi fa e che ha cominciato a perdere consensi dopo l’arrivo di Sebastian Kurz. Strache ha addirittura accusato Kurz di aver copiato il suo programma. Nonostante questo (o meglio: proprio per questo) gli osservatori dicono che dopo le elezioni sarà molto probabile un governo formato da una coalizione tra popolari e liberali xenofobi (come avvenne, prima e finora unica volta, dal 2000 al 2005). Il programma elettorale di FPÖ è costituito da 25 capitoli: ciascun punto inizia con la parola “noi”.

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(Christian Kern, candidato dei socialdemocratici e atttale cancelliere, Linz, Austria, 15 ottobre 2017 – Getty Images)

SPÖ, il partito socialdemocratico, si presenta alle elezioni con l’attuale cancelliere Christian Kern, che ha già dichiarato che se non vincerà andrà all’opposizione e non farà alleanze. Durante la campagna elettorale Kern ha avuto un grosso problema: Tal Silberstein, un pubblicitario israeliano vicino ai socialdemocratici, è stato arrestato per corruzione e ha ammesso di essere stato l’ideatore di alcune pagine Facebook anonime che hanno diffuso false notizie su Kurz (che è è stato accusato di far parte di un complotto della finanza ebraica). Il consulente ha spiegato di aver agito di propria iniziativa e senza aver informato il partito, ma per il cancelliere ci sono state comunque delle conseguenze politiche e lo scontro con Kern si è fatto molto aspro (i media austriaci parlano di “campagna del fango”). Il programma di Kern si basa su sgravi fiscali, sul salario minimo e sulla lotta all’evasione fiscale delle grandi imprese.

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(Ulrike Lunacek, Austria 2 ottobre 2017 – HANS PUNZ/AFP/Getty Images)

Tra i partiti minori che hanno la possibilità di superare la soglia di sbarramento c’è Die Grüne, il partito dei verdi che ha candidato una donna, Ulrike Lunacek. Poco prima dell’inizio della campagna elettorale c’è stata una scissione interna e un importante esponente, Peter Pilz, ha deciso di presentarsi con una propria lista (questo ha fatto perdere la possibilità agli ecologisti di ottenere un risultato a due cifre). Ulrike Lunacek è lesbica e quando fece coming out, 22 anni fa, diventò celebre per essere diventata la prima donna austriaca a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità: «Oggi, sono purtroppo ancora una delle poche persone ufficialmente lesbiche», ha detto. Eletta europarlamentare alle elezioni del 2009, è sempre stata attiva per i diritti delle donne e delle persone LGBTI, e ha posizioni differenti da tutti gli altri candidati su migranti e rifugiati. Lunacek ha escluso qualsiasi forma di alleanza e collaborazione a un ipotetico governo che comprende l’estrema destra di Strache.

Sistema elettorale e sondaggiIl sistema elettorale austriaco è proporzionale con soglia di sbarramento al 4 per cento. Il Nationalrat (Consiglio Nazionale) è formato da 183 membri eletti ogni 4 anni con il sistema proporzionale di lista in 9 circoscrizioni plurinominali (corrispondenti ai Länder). Per votare occorre aver compiuto 16 anni e per essere candidati 18 anni.

Il Partito Popolare Austriaco (ÖVP) è attualmente primo con percentuali che vanno dal 32 al 34 per cento. Seguono il Partito Socialdemocratico d’Austria (SPÖ), di centro-sinistra e del cancelliere uscente Christian Kern, e il Partito della Libertà (FPÖ), ex-liberale e ora di estrema destra guidato da Heinz-Christian Strache, a cui vengono attribuite percentuali molto simili. Stando ai dati si giocheranno quindi il secondo posto. Nelle ricerche condotte tra settembre e ottobre, SPÖ è tra il 22 e il 27 per cento, FPÖ tra il 24 e il 27 per cento. I Verdi si sono divisi in Die Grünen e PILZ e, come i liberali di Neos, potrebbero superare entrambi la soglia del 4 per cento.

Questa è la situazione secondo una delle ultime ricerche (nel grafico, con un colore più tenue, si possono anche vedere i risultati di quegli stessi partiti alle elezioni del 2013):

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