In scena la storia di Alfonsina la pioniera delle due ruote - Tempo Libero
Una vita all’insegna del coraggio portata in scena ieri da Luna e Gnac Teatro intervallando recitazione ad un susseguirsi di disegni che ricordano il mondo del fumetto.
Un linguaggio ed una scenografia asciutti, in bianco e nero, ma capaci di parlare direttamente al cuore degli spettatori.
«Il titolo della pièce Ruote rosa vuole riprendere il concetto di quote rosa- spiega la regista Carmen Pellegrinelli-. Il bianco e nero per i disegni proiettati con lavagna luminosa e per gli abiti degli attori vuole dare un sapore novecentesco, liberty, allo spettacolo. I pochi elementi a colori, accostati a musiche rock, vogliono sottolineare i momenti di emancipazione».
E lo sport, racconta la regista, diventa in questo spettacolo un pretesto per parlare dei diritti, dei diritti delle donne.
«Abbiamo fatto uscire dalle pagine dimenticate della storia - continua la regista - Alfonsina ed il suo carattere tenace e caparbio per offrire alle ragazze di oggi nuove fonti di ispirazione».
«La bici non era per tutti e soprattutto non era per le donne. Era per chi nelle regole non ci voleva stare, proprio come me». Sono queste le prime battute di Alfonsina quando entra in scena, battute che ci fanno comprendere come possa essere stato difficile per lei raggiungere il suo sogno, diventare una ciclista, in una società che relegava la donna a custode della casa e del focolare.
Difficile ma non impossibile, perché quando si è determinati si lotta per raggiungere un obiettivo anche quando tutto e tutti sembrano remare contro.
E fu proprio la sua voglia di uscire dagli schemi che portò quella giovane bolognese amante della bici a confrontarsi con gli uomini, quando la prima guerra aveva bloccato le gare femminili, nel giro d’Italia del 1924: 3.600 km in 12 tappe.
Un giro che vide 30 ciclisti su 90 terminare l’intero percorso. E tra questi 30 spicca il nome di Alfonsina definita “il diavolo in gonnella” anche se lei ha sempre portato i pantaloni. E un inno alla determinazione è stato anche Piccoli eroi di Teatro del Piccione. Una trasposizione, scritta e interpretata da Simona Gambaro, del viaggio di Pollicino dove sette piccoli spettatori del pubblico vengono chiamati a vivere in prima persona un’esperienza all’interno di un’azione teatrale per scivolare dentro la storia di Pollicino.
Ciò che trovano al centro della scena della quale diventeranno protagonisti è una tavola con sette sedie. Si tratta di una sala di un’umile casa. Ad accoglierli un’anziana signora. Loro a lei ricordano i figli che sono partiti alla ricerca di una vita migliore, figli che a loro volta rappresentano popolazioni di etnie differenti che negli anni sono emigrate per cercare fortuna. Uno di quei figli aveva come soprannome Pollicino.
«Andate, prendete il coraggio di partire- viene detto ai ragazzi-. Non fatevi scrivere la vita da altri, diventate ciò che siete».
Lo spettacolo diviene poesia dove trovano posto momenti intensi che arrivano anche a spaventare tra musiche e colpi di scena e momenti più rilassati e conviviali.
Barbara Rodella