Nabih al-Wahsh, frasi choc sulle donne: "Giusto violentare chi gira in abita succinti"
Parole inqualificabili e vergognose che gettano fango su un’intera comunità. Sono quelle pronunciate dall’avvocato Nabih al-Wahsh nel corso di un discorso pronunciato alla televisione egiziana Al-Assema. Di mira, ancora una volta, prese le donne. Noto conservatore, Al – Wash, si era fatto già conoscere dai media di tutto il mondo quando ad ottobre dell’anno scorso, aveva lanciato le scarpe, sempre in diretta, contro l’imam Mostafa Rashid di Sidney che aveva ‘osato’ dichiarare che le donne non hanno bisogno di indossare il velo. Stavolta c’è andato ancora più pesante, prendendo la parola durante una trasmissione ha infatti detto senza pensarci troppo su che molestare e stuprare le ragazze che indossino abiti che svelano "troppo" è non solo giusto, ma anche "un dovere per la nazione".Durante un dibattito incentrato su una bozza di legge relativa al tema della prostituzione, l'avvocato ha chiarito quale sia il suo punto di vista in merito. "Siete felici nel vedere una ragazza camminare per la strada con metà del suo didietro scoperto?", ha arringato lo studio, producendosi poi in quelle parole che hanno destato scandalo. (Continua dopo la foto)
Il Consiglio nazionale delle donne egiziane ha criticato fortemente l'uscita dell'avvocato e annunciato che presenterà una denuncia contro il canale televisivo invitando poi i media a non ospitare più Nabih al-Wahsh nelle trasmissioni tv dove si parla di diritti delle donne e della loro situazione. Una situazione sempre più difficile anche in Italia dove le violenze, soprattutto quelle domestiche, sono in aumento, a fronte di un sommerso che le vittime per paura o per vergogna esitano a confessare, ma che investe tutto il mondo. Ha fatto scalpore, nei giorni scorsi, la campagna di sensibilizzazione portava avanti dalle partecipanti a Miss Perú 2018 che avevano sfilato sulla passerella, avvolte in fascianti abiti di lamé, e danno i numeri. (Continua dopo le foto)
Non quelli di petto, vita, fianchi, bensì i numeri della morte per mano dell’uomo sulle donne. E sulle bambine, come ricorda un’altra concorrente: «Le mie misure sono: l’81 per cento degli aggressori delle piccole sotto i cinque anni sono vicini alla famiglia». Le 23 donne, rappresentanti di tutti i dipartimenti e le regioni del Perú, hanno seguito con grande convinzione il copione scritto dagli organizzatori. Prima hanno sfilato ancheggiando in passerella, come vuole tradizione, poi ad una ad una si sono messe al microfono e con cipiglio inaspettato hanno snocciolato le cifre della violenza contro le donne. Violenza fisica e abusi sessuali, ma anche aggressione psicologica, molestie e sfruttamento.