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Violenza sulle donne, taglio del nastro del Muro dell'Arte con Jo Squillo e Piztalis, ma è polemica

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

Genova. Ieri sera l’inaugurazione con il presidente della Regione Giovanni Toti, il sindaco di Genova Marco Bucci e tanti altri esponenti delle istituzioni cittadina e regionale, insieme a due madrine d’eccezione.

La show girl Jo Squillo – la ricordate cantare a Sanremo insieme a Sabrina Salerno ma da anni si batte per i diritti delle donne – e Valentina Pitsalis, ragazza che porta sul suo viso i segni di un amore violento, sfigurata nel rogo appiccato dal compagno, morto nello stesso incendio.

Taglio del nastro, con baschetti porpora d’ordinanza, del Muro dell’Arte ovvero l’installazione artistica che da ieri sostituisce lo smantellato Muro delle Bambole, sulla facciata ovest del palazzo della Regione in De Ferrari.

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Il Muro delle Bambole era stato “smontato” il 28 settembre scorso nell’ambito di una manifestazione per i diritti delle donne organizzata dall’associazione Non Una Di Meno. Che anche, oggi, nel giorno della manifestazione nazionale a Roma, di fronte a quadri evocativi e a una scultura che pare un capezzolo gigante, esprimono ancora perplessità.

“Per noi restano molti motivi di perplessità e di insoddisfazione – si legge sulla pagina Facebook – a cominciare dai promotori dell’iniziativa, prima di tutto la Regione Liguria, che con la costruzione del muro vorrebbe dimostrare sensibilità al problema della violenza sulle donne, è la stessa che sostiene attivamente movimenti e associazioni reazionarie, sposando la causa di chi va in giro a predicare che le donne sono per natura passive, sottomesse, deboli e che solo nel matrimonio cattolico ed eterosessuale possono trovare il loro ruolo nella società”.

Non solo. “Il Comune di Genova, che si scopre paladino dei diritti di tutti, – si legge ancora nella nota del movimento – è governato da personaggi appartenenti a forze politiche che non perdono occasione di strumentalizzare le violenze sulle donne per portare avanti discorsi e politiche intrise di razzismo. Per questo nutriamo forti dubbi sul genuino interesse di questi soggetti a voler contrastare la violenza sulle donne e la violenza di genere in tutte le sue forme, di cui i femminicidi sono solo la punta dell’iceberg. Se gli enti locali, con la costruzione di un muro artistico, pensano di contrastare la violenza sulle donne noi vogliamo smentirli, ripetendo ancora una volta che la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere si combattono a scuola, in famiglia, sul posto di lavoro, nei servizi di salute, mettendo in discussione gli stereotipi e i pregiudizi di genere, liberando le donne dal ruolo di custodi del focolare domestico, combattendo ogni forma di razzismo e intolleranza, creando contesti accoglienti per tutte/i/u”.

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