Jane Fonda: «Un applauso agli abiti neri: danno coraggio a ogni donna che denuncia»
Los Angeles «Il nero, con tutte le sue sfumature, donerà a tutte». Jane Fonda, incredibili ottant’anni compiuti il 21 dicembre, è raffreddata, e mentre scriviamo, a poche ore dai Golden Globes, non ha ancora deciso se ci andrà e cosa indosserà: «Non è il colore di un vestito che conta, ma il coraggio di parlare, denunciare, mai mistificare».
Nell’anno di #metoo, in cui attrici (e attori) hanno deciso di sfilare in nero sul red carpet in segno di solidarietà e denuncia contro gli abusi nell’industria, venuti fuori come una valanga dopo le inchieste sul potentissimo produttore Harvey Weinstein, in molti hanno ricordato la Jane Fonda del 1972. «Anch’io — ricorda – ero vestita di nero quando ritirai il mio Oscar per Una squillo per l’Ispettore Klute». Un tailleur Yves Saint Laurent, sobrio come erano sobri i tempi, spiegò allora. Jane Fonda era stata da pochi mesi in Vietnam.«Ricordo quando mi chiamavano Hanoi Jane e ogni mio viaggio era messo sotto scrutinio anche per i miei vestiti — dice Fonda, che poi si scusò per essere apparsa troppo ostile nei confronti delle truppe americane — ma io sono abituata e non smetterò di sfilare e scendere in piazza, l’ho appena fatto a Los Angeles nella marcia per i diritti delle donne».
«Hollywood — racconta la vincitrice di ben 6 globe (e due Oscar), in corsa anche quest’anno con Lily Tomlin per la deliziosa serie tv Grace and Frankie — che lo si voglia o impropriamente lo si neghi è e resta una comunità nel bene e nel male: il nero indossato anche dalle leve della nuova Hollywood, molto brave e preparate, sarà un simbolo per ogni donna e anche, lo spero, una lezione di stile e coraggio, un insegnamento. Applaudirò ogni black dress in questi tempi così difficili, ma in cui le donne hanno avuto il coraggio di denunciare».
«Io esprimo ogni giorno, nel mio blog — dice Fonda, che con Tomlin e Saru Jayaraman (una delle attiviste che stanotte hanno accompagnato le attrici sul palco) si batte contro le molestie nel settore della ristorazione — tutta la mia solidarietà alle vittime di soprusi maschili, che non si limitano solo alla sfera sessuale, ma a prevaricazioni ed emarginazioni, perché da sempre Hollywood è in mano al potere maschile. Numerose attrici fanno parte della community del mio blog che mischia l’impegno per chi vive in difficoltà con argomenti più frivoli».
«Ma la moda non è solo frivolezza, riflette Fonda, che pure resta convinta della gioia «dello starsene a casa e guardare la passerella in poltrona dando i punteggi con le amiche agli abiti dei presenti». «La moda — dice – rispecchia il tempo in cui viviamo e sarà davvero un bene che tutti, uomini, donne e ragazzi, ricordino “il nero” di quest’anno».
«Dall’arco dei miei lunghi e davvero vissuti ottanta anni anche se mi considero a volte una fanciulla — dichiara ridendo — posso dire che la mia maglietta nera con il pugno alzato è sempre e ancora la più richiesta sul mio sito e la cosa davvero mi gratifica e ridà un senso a tante mie battaglie. Comincerà (e continuerà) una nuova era per le donne con questo tappeto rosso e nero, in attesa a marzo di quello degli Oscar. Mi auguro che tante donne e colleghe continuino a scegliere il nero anche per le marce in tutto il mondo per l’ambiente e per quelle anti smog in California, ma non la definirei una scelta rivoluzionaria. Riguarda l’umanità del futuro e, quindi, di tutti noi».
7 gennaio 2018 (modifica il 7 gennaio 2018 | 22:33)
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