Costringere le ragazzine straniere a sposarsi deve essere reato
Grazie al grande coraggio di una ragazzina nigeriana neppure maggiorenne che si è ribellata ai suoi aguzzini, la polizia di Napoli ha individuato una rete di trafficanti e sfruttatori di donne giovanissime: l'età delle donne trafficate e costrette sulla strada si è abbassata e la percentuale di bambine è salita dal 10% nel 2004 al 20%. In questi stessi giorni Farah, 19 anni, pakistana cresciuta a Verona, incinta di un coetaneo italiano, si è ribellata alla famiglia che l'ha portata in Pakistan e costretta ad abortire. Ha mandato richieste di aiuto agli amici italiani, e la Farnesina attraverso l'ambasciatore a Islamabad è intervenuta, riportandola qui al sicuro.
Queste due ragazze intrepide hanno capito che in Italia valgono anche per loro le leggi che tutelano la libertà delle donne, e che possono ottenere giustizia e protezione in caso di abusi. Il nostro Paese, intanto, manda a tutte le comunità straniere un messaggio forte e chiaro: rigore verso la criminalità organizzata che commercia in vite umane, nessuna indulgenza per chi viola i diritti delle donne, le sfrutta e le segrega. Ma mentre la tratta di esseri umani è perseguita, in Italia il matrimonio forzato non è ancora una fattispecie di reato, a differenza che nella maggior parte dei paesi europei, alcuni dei quali lo puniscono anche in ambito extraterritoriale. Ritengo indispensabile e urgente allinearsi alla legislazione europea prevalente e alle raccomandazioni del Consiglio d'Europa che risalgono addirittura al 2005, perché sono sempre di più le ragazze cresciute in Italia, soprattutto originarie del sud est asiatico (Bangladesh, Pakistan, India, Sri Lanka) ma non solo, spesso minorenni e talvolta ancora alle elementari, costrette a sposare un uomo scelto dai genitori.
E' venuto il momento di dare ascolto a Unicef e associazioni che suggeriscono di estendere l'articolo 18 del Testo unico a tutela delle vittime di tratta anche alle vittime di matrimoni forzati e di adottare non solo un Piano nazionale di contrasto ma anche un registro nazionale, sul modello della Forced Marriage Unit inglese, che si è rivelata assai efficace.