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Violenza ostetrica, la replica dei ginecologi italiani: "Non esistono prove, realtà distorta"

Scritto da Google News. Postato in Diritti delle donne

VIOLENZA ostetrica per due donne su 10. Un allarme che emerge da uno studio appena pubblicato sull’European Journal of Obstetrics & Gynecology and Reproductive Biology. Un dato che però suscita le polemiche dei medici. Per questo decidiamo di pubblicare la lettera inviata dalle società scientifiche dei ginecologi e ostetrici italiani per replicare alla ricerca  i cui risultati sono stati pubblicati anche su Repubblica.

Nel testo, che segue per intero, i firmatari evidenziano quelli che ritengono importanti limiti nella ricerca condotta dalla dr.ssa Ravaldi e dagli altri autori dello studio, rivendicano la professionalità di Ginecologi e ostetrici nel nostro Paese, e annunciano il lancio di un'indagine obiettiva e metodologicamente corretta per verificare l’effettivo stato dell’ostetricia e ginecologia italiane.

DearEuropean Journal of Obstetrics & Gynecologyand Reproductive Biology

Rome, 17.05.2018

Dear Editor,

i Presidenti delle Società Scientifiche Sigo (Società Italiana Ginecologia e Ostetricia), Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani), Agui (Associazione Ginecologi Universitari Italiani) e FNPO (Federazione Nazionale Degli Ordini Della Professione di Ostetrica), dopo aver letto sulla pubblicazione da lei curata il testo della dr.ssa Ravaldi e altri autori, “Abuso e mancanza di rispetto nell'assistenza al parto in Italia: un sondaggio basato sulla comunità”, portano alla sua attenzione le seguenti considerazioni.

Nella lettera in oggetto si sostiene che molte donne, durante il parto in ospedale, fanno esperienza di trattamenti che violano i diritti della persona, minacciano il diritto alla vita, alla salute, all'integrità fisica e alla libertà. Tale fenomeno viene definito “violenza ostetrica” e descritto come “l'appropriazione del corpo e dei processi riproduttivi della donna da parte del personale sanitario durante la gravidanza, il parto, il post-parto”. Tale affermazione è il risultato di un sondaggio condotto nel nostro Paese dalla Doxa sulla base della dichiarazione OMS in tema di prevenzione ed eliminazione di tali abusi nelle strutture ospedaliere. L'iniziativa del sondaggio è l'estensione della campagna “Bastatacere: le madri hanno voce”. Sarebbero state intervistate 424 donne che avevano partorito in un arco di 14 anni, ma non si comprende come siano state rintracciate e/o selezionate a fronte di 7.613.740 nati negli ultimi 14 anni con una media di 543.838 parti/anno (dati Istat).

In queste interviste, commissionate da Battisti, Skoko, Ravaldi, Cericco, il 21,2% delle donne (90) si considerava vittima di OV, il 33% (140) si è sentita inadeguatamente assistita, il 34,5% (87) ha segnalato gravi problemi di privacy o di fiducia, il 14,5% (60) ha deciso di non tornare nella stessa struttura sanitaria e il 5,9% (25) non ha voluto più bambini a causa del trattamento subito.

L’obiettivo dell’indagine emerge già dal nome individuato per descrivere il fenomeno: che accosta la parola "violenza" all'attributo "ostetrica", determinando un grave effetto di allarme sociale, lesivo della reputazione dei professionisti del settore e dell’immagine del SSN.

I presunti deplorevoli comportamenti di medici e ostetriche, in realtà mai provati, suggeriscono al lettore un'ingiusta distorsione della realtà sanitaria italiana e in particolare dell'assistenza al parto e post-parto.

In particolare, si accusa il personale sanitario di praticare episiotomie e cesarei senza il consenso delle partorienti e senza alcuna preventiva comunicazione o condivisione. Anche la nota metodologica della DOXA e il documento illustrativo dei campioni utilizzati per "l'indagine sull'esperienza di parto" suscitano notevoli perplessità. A fronte di una media di 543.838 parti/anno per 14 anni (per un totale di 7.613.740 milioni di donne che hanno partorito in Italia (elaborazione dati Istat) sono state "reclutate" 424 donne, che si assume siano state intervistate senza distorsioni. Appare pertanto evidente che la procedura illustrata non assicuri né la rappresentatività del campione né l’attendibilità delle risposte.

Le stesse definizioni di VO proposte dagli intervistatori, come ad esempio “forzare una donna a sottoporsi a parto cesareo non necessario” o “forzare un' episiotomia inutile” non tengono conto del potere-dovere dei professionisti di co-decidere, orientare le scelte delle donne, intervenire nell'urgenza, anche senza consenso, per scongiurare grave pericolo alla vita o all'integrità della persona.

L'equivoco di fondo risiede proprio nel non riconoscere che il professionista che segua supinamente la volontà della donna, perfino in contrasto con i dettami della scienza, finirebbe per mettere a rischio la salute delle persone.

Il questionario tra l’altro non è stato validato da alcuna autorità scientifica, ha coinvolto un campione non rappresentativo, e infine le domande appaiono orientate a raccogliere risposte utili ad alimentare la predetta campagna. Per meglio rappresentare la fotografia dell’ostetricia e ginecologia nel nostro Paese, le scriventi Società Scientifiche stanno procedendo a un'indagine obiettiva e metodologicamente corretta. I dati verranno forniti quanto prima e potranno offrire un quadro realistico dell’assistenza ostetrica, anche per analizzare le criticità eventualmente presenti.Bisogna infine ricordare che la ricerca condotta dalla Doxa è nata su iniziativa dell'"Osservatorio sulla violenza ostetrica" (fondato da Alessandra Battisti ed Elena Skoko) ed è stata finanziata dalle associazioni La Goccia Magica e CiaoLapo Onlus. Fra gli obiettivi delle promotrici vi è il sostegno al disegno di legge per far riconoscere la violenza ostetrica come reato, promosso dall'On. Zaccagnini e dal Sen. Romano.

Non sorprende quindi che al termine della campagna di sensibilizzazione sia sorto l'Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia (OVOItalia): per proseguire nella raccolta di testimonianze di violenza ai danni delle partorienti, e per cercare sostenitori delle attività di sensibilizzazione, informazione e ricerca dell'Osservatorio sulla Violenza Ostetrica.Augurandoci di aver contribuito a far chiarezza sull’argomento, in primis a tutela della reputazione della nostra categoria professionale e del SSN italiano, ci impegniamo fin da ora a pubblicare i risultati della nostra ricerca in corso.

SIGO – Società Italiana di Ginecologia e OstetriciaIl PresidenteProf. Giovanni Scambia

AOGOI – Associazione Ospedalieri Ginecologi Ostetrici ItalianiIl Presidente Il Segretario GeneraleDr.ssa Elsa Viora Prof. Antonio ChianteraAGUI – Associazione Ginecologi Universitari ItalianiIl PresidenteProf. Nicola ColacurciFNOPO - Federazione Nazionale Degli Ordini Della Professione Di OstetricaIl PresidenteDr.ssa Maria Vicario

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