"Nessuno tocchi Rosalia", il 13 luglio in piazza a Palermo contro la violenza sulle donne
Un evento per ricordare le donne vittime di femminicidio e per sensibilizzare i cittadini su questo fenomeno così diffuso e i cui casi vengono, ancora troppo spesso, riportati dalla cronaca quotidiana. Questo vuole essere “Nessuno tocchi Rosalia – Palermo contro la violenza verso le donne”, la manifestazione organizzata da Coordinamento Antiviolenza 21 Luglio e Associazione Le Onde Onlus, anche per quest’anno in programma nel capoluogo siciliano: il prossimo 13 luglio, dalle ore 18, in piazza Politeama. Nel corso dell’evento, presente anche sui social con gli hashtag #NessunoTocchiRosalia, #IoSostengoLeOnde, #ioticredo, verranno disegnate le sagome delle 114 vittime uccise nel 2017, in cui cittadini e cittadine sono invitati a depositare un fiore. Suonerà la Crispeace Band.
“La Convenzione di Istanbul contro la violenza alle donne (ratificata dall’Italia con la Legge 27 giugno 2013, n. 77), riconosce con profonda preoccupazione – si legge in una nota – che le donne e le ragazze sono spesso esposte a gravi forme di violenza, tra cui la violenza domestica, le molestie sessuali, lo stupro, il matrimonio forzato, che costituiscono una grave violazione dei diritti delle donne e delle ragazze e il principale ostacolo al raggiungimento della parità tra i sessi. La Convenzione afferma che le donne che soffrono violenze hanno diritto a servizi dedicati/specializzati e a servizi generali con personale formato e qualificato al fine di garantire misure di sostegno e di protezione adeguate alle tipologie di violenza che le donne e le ragazze hanno subito”.
Ed ecco l’origine del nome dell’evento: “Come Rosalia, secondo la leggenda popolare a cui l’iniziativa si riferisce, fu vittima di quelle pressioni all’interno della sua famiglia da cui è riuscita a sfuggire con l’eremitaggio, molte donne nella vita di tutti i giorni – si continua a leggere – soffrono violenze. Le donne, italiane e straniere, muoiono principalmente per mano dei loro mariti, ex-mariti, padri, fratelli, fidanzati o amanti, sfruttatori per le ragazze vittime di tratta”.
“Anche quest’anno – continua la nota – vogliamo ricordarle e nello stesso tempo vogliamo dare seguito al movimento #metoo che ha attraversato il mondo rafforzando il principio che l’indicatore della violenza maschile verso le donne è ‘a parola della donna’: sosteniamo i centri antiviolenza, che da più di vent’anni sono i luoghi fondati dalle donne dove questa parola viene accolta, creduta e trasformata in un percorso di uscita dalla violenza. Succede che nonostante le donne chiedano aiuto ai servizi e alle istituzioni, non vengano credute. Operatori e operatrici dubitano della parola delle donne, si chiedono se non siano conniventi o addirittura provocatrici. Così – si conclude – proprio quelle donne che hanno la forza per riconoscere la violenza e chiedere sostegno subiscono nuovamente violenza, questa volta da chi dovrebbe aiutarle. Si chiama vittimizzazione secondaria, per questo #ioticredo“.