La domenica della nuova Rai Tre è donna
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La domenica della nuova Rai Tre è donna
Da Lucia Annunziata a Camila Raznovich, fino a Pivetti e D’Errico
Matilde d’Errico conduce “Sopravvissute”
Pubblicato il 09/09/2018
Ultima modifica il 09/09/2018 alle ore 12:09
Sguarnita e un po’ ondivaga, da quando Fazio è migrato su Rai1, la domenica di Rai3 pare quest’anno avere trovato una sua forte dimensione, un colore netto, che la smarca da tutti gli altri canali (e le dà un solido e sicuro bacino): il rosa. Dal pomeriggio, dove è imminente l’arrivo dei valori sicuri Lucia Annunziata e Camila Raznovich, fino alla prima serata e dintorni: sono infatti le donne a dominare il festivo della rete.
Il via lo ha dato domenica scorsa «Illuminate». La produttrice Gloria Giorgianni - che ricordiamo alle prese con le «Donne» di Andrea Camilleri - percorre ora la strada di sofisticati docufilm in cui ritrae quattro grandi italiane: l’astrofisica Margherita Hack (la prima puntata), il Nobel Rita Levi Montalcini (puntata in onda il 9 settembre), la critica d’arte Palma Bucarelli (6 settembre) e la stilista Krizia (23 settembre). «”La memoria anche delle donne che hanno fatto la storia del paese tende a essere dimenticata”. Lo ha detto Dacia Maraini nella puntata sulla Bucarelli: racchiuda bene il senso di questo progetto – spiega la Giorgianni -. È sempre più importante poter raccontare esempi positivi al femminile che hanno lasciato un segno significativo nella nostra storia, non solo perché non si smetta di ricordare ma anche perché questa memoria possa tracciare una direzione per il futuro». Un bel progetto, insomma, ricco di valenze. Se un appunto gli va mosso è che avrebbe giovato essere meno timidi nell’affidare anche la regia a un maggior numero di donne. E invece una sola, Elisa Amoruso, firma una puntata: quella sulla Bucarelli.
A questo primo tassello, dal 9 settembre due programmi si aggiungono in prima e seconda serata: prima Veronica Pivetti che torna a raccontare «Amore criminale - Storie di femminicidio»; dopo di che il testimone passa a Matilde d’Errico che, resasi “indipendente” da «Amori criminali», ha ideato e conduce quello che del primo è quasi uno spin off, «Sopravvissute». In entrambi i casi, tragici fatti di cronaca e donne vittime di violenza da parte di maschi (i loro maschi, padri, fidanzati, mariti, ex) manipolatori e morbosi, narcisi e violenti. Le statistiche lo dicono: i crimini in Italia sono in diminuzione percentuale, ma non quelli di genere. E programmi come questi possono aiutare nella comprensione del fenomeno o a riconoscere e sfuggire ai propri carnefici.
Pivetti torna a raccontare con grande partecipazione di rapporti tossici finiti nel peggiore dei modi: docufiction ma la cui ricostruzione attinge alle testimonianze dei protagonisti della storia e agli atti processuali. Con la novità quest’anno, in apertura di programma, di uno spazio in cui viene reso omaggio alle donne si sono battute, anche mettendo a rischio la vita, per i diritti delle proprie simili. «È un vero programma di servizio pubblico – aveva detto Pivetti in occasione della presentazione dei palinsesti Rai –. Che aiuta le donne su un tema purtroppo di grande attualità. L’inverno scorso avevano chiesto di chiuderlo (genererebbe emulazione, l’accusa), fortunatamente non è accaduto. Io credo che invece serva a tante, che magari si riconoscono potenzialmente nelle storie che raccontiamo, ad aprire gli occhi, a cercare una via d’uscita. Il rapporto con Telefono Rosa sta a dimostrarlo».
Al contrario i casi che racconta la D’Errico, come indica il titolo, sono di donne che ce l’hanno fatta e sono scampate a chi le voleva morte. Spesso rinate, sono modelli per le altre e con le loro parole molto possono spiegare e aiutare a sfuggire alle trappole di un malinteso ”amore”. Ma la linea femminile di Rai3 non si fermerà a queste due trasmissioni, proseguirà ulteriormente nel corso della stagione: sempre alla domenica, dalla fine di ottobre, dovrebbe tornare, il format «Ragazze», ora promosso in prima serata. Dopo «Le ragazze del 1946» e «Le ragazze del 1968», la nuova stagione tornerà a far parlare in presa diretta donne celebri e sconosciute, ma comunque protagoniste dei cambiamenti della condizione femminile nel nostro Paese, dal dopoguerra a oggi.
Se a questo aggiungiamo la persistenza di storiche conduttrici-giornaliste (Berlinguer, Sciarelli, Leosini, Petrelluzzi) e, ancora di più, il ritorno dell’inventrice della «Tv delle ragazze» Serena Dandini con il programma di satira «Stati Generali» che visti gli autori e i primi nomi citati nel cast dovrebbe muoversi proprio nel solco della sua vecchia trasmissione, non ci sono dubbi che Rai3 si affermi come la rete più femminile in senso lato e moderno: quasi femminista, se la parola non facesse paura a molti. Tale insomma non perché propone graziosi programmi di intrattenimento e i tutorial per casalinghe disperate, ma perché intimamente in linea con questi tempi di «Dissenso comune». «Time’s Up!».
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